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Profumo. Storia di un assassino

Regia di Tom Tykwer vedi scheda film

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La recensione su Profumo. Storia di un assassino

di arkin
6 stelle

Ammettiamolo; non era facile trarre un film dal romanzo misterioso ed ambiguo di Patrick Suskind, autentica e vibrante opera narrativa di talento; e Tom Tykwer si mette a serio rischio, facendolo, soprattutto perchè trasportare in immagini una percezione puramente "sensoriale" di odori(l'intero libro è un'armonia di profumi che descrivono le cose e gli eventi, che è il modo in cui Grenouille percepisce il mondo) è qualcosa che farebbe mettere le mani nei capelli a chiunque. 
Il risultato è un ibrido discontinuo, con momenti in cui la meravigliosa oscurità ed ambiguità del libro vengono colti per un secondo con un'immagine o una parola(ma quasi tutte le parole vengono dal libro, quindi...), e momenti privi del pathos necessario a ricreare l'atsmofera che circonda l'opera di Suskind, soprattutto quando il regista cerca di rendere "commerciale" quello che stiamo vedendo, accomodandolo a schemi a cui il pubblico è più abituato. 
Certo, rimane comunque un'ombra della storia originale, ed è un'ombra consistente, fatta di interrogativi senza risposta, ed interpretazioni che potrebbero spaziare in mille direzioni: il misterioso Grenouille, che sarebbe troppo facile etichettare come "psicopatico", dando all'intera opera un carattere di "giallo atipico", si presta a fin troppe ipotesi: il suo essere "senza odore" in un mondo di odori che brama e desidera, che cosa vuol dire? E' per caso nato senz'anima? E' un simbolo del suo stato sociopatico, privato dell'amore e dell'affetto alla nascita, e quindi destinato a non comprendere il sentimento e l'intimità? E' invece un simbolo del suo stato sociale? Perchè è il profumo di donna a scatenare la sua ricerca folle? Stiamo parlando di sesso, o di innocenza, dal momento che le sue "vittime" sono vergini? E allora perchè solo donne, se la metafora riguardasse la purezza? Grenouille cerca di "intrappolare" l'odore delle cose, forse alla ricerca di ciò che a lui manca...ma non ci è dato sapere, se non seguendo ipotesi e teorie, tutte possibili e confutabili, in cosa consista questa mancanza: l'anima, un posto nel mondo, l'amore, l'innocenza, la capacità di sentire. Altrettanto misterioso, diventa il motivo per cui il suo "toccare" altre vite si trasformi nella morte di quelli che l'hanno conosciuto, come se a tutti gli effetti Grenouille fosse una sorta di "angelo" della morte, alieno e distaccato, affascinato dall'anima degli umani che non possiede e cerca di raggiungere. 
A metà tra fiaba, giallo, racconto leggendario, cupa riflessione sulla natura umana e la ricerca di sè: misterioso, sinceramente ambiguo e doloroso...peccato, in definitiva, che la trasposizione di Tykwer risulti solo a tratti riuscita. Ma vale la pena chiedersi se potesse veramente riuscire.
Ottimo il cast: superfluo elogiare Hoffman e Rickman, che sono ottimi attori, mentre lodevole  è l'interpretazione di Whishaw, che di certo ha avuto "vita difficile" come il regista.
In ogni caso coraggioso.

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