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Sunshine

Regia di Danny Boyle vedi scheda film

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La recensione su Sunshine

di maso
8 stelle

Quante ne dicono su questo film...non è coerente alle leggi della fisica, non è originale ma semplicemente il miscuglio di tanti film SF che l'hanno preceduto, e chi più ne ha più ne metta.

Io non riesco proprio a capire che peso possano avere queste critiche dinnanzi ad un film così interessante e ricco di spunti visivi e filosofici che conferma ancora una volta di più il talento di Danny Boyle. Da qualche parte ho letto che Alien è coerente al suo presupposto e non infrange le leggi della fisica, ah no? Non mi sembra di ricordare che l’equipaggio del Nostromo sia fluttuante per l’assenza di gravità in nessun segmento del film e così non lo è Ripley nella sua piccola navicella di salvataggio alla fine, e con ciò non è un film bellissimo che funziona anche oggi? Se si analizzano minuziosamente tutti i film di fantascienza o almeno quelli più importanti emergeranno sempre delle incongruenze con  quello che avviene nel film e quello che avverrebbe nella realtà. Ma se consideriamo il genere di film che stiamo analizzando potremmo meglio dire che è la realtà a non essere coerente al genere! Siamo nell’universo della fantasia scientifica e non in un bioptic su Einstein, o nell’istant movie sui realizzatori dell’acceleratore di particelle  in Svizzera che per restare in tema non è stato coerente a nessuno dei suoi presupposti: non ha mandato in frantumi la terra, non ha creato un buco nero e oltre tutto si è rivelato un inutilissimo giocattolone che non funziona neanche ed ha dimostrato una volta di più che la fantascienza va lasciata al cinema, dove può essere utile ad istruire da un lato e a divertire ed intrattenere dall’altro. La verità secondo me è che molti sapientoni la fuori sono incontentabili e quando nell’oceano di banalità ed immondizia filmica che ci viene propinata periodicamente ogni anno c’è una gemma da recuperare e salvaguardare non riescono neanche più a distinguerla da quanto sono avvelenati dal ciarpame. La scena iniziale di Sunshine dove lo psicologo è nell’osservatorio fa storcere il naso a tutti i fisici nucleari che la osservano dall’alto della loro poltroncina imbottita di pernacchie: aaaah da una distanza così ridotta non si può fissare il sole solo con un paio di Ray Ban boh boh boh, con la loro spocchia che esce fuori come il rutto di un ciccione che ha fatto fuori un quintale di fettuccine allo stronzio…. Stronziate! E’ una scena intelligentissima che spiega tante cose: lo psicologo chiede al computer di abbassare il filtro ed il computer gli risponde che può farlo ma di pochi gradi altrimenti la sua cornea brucerebbe al punto di accecarlo, quindi con una sola scena capiamo quanto sia potente l’energia solare e quanto sia forte l’attrazione del personaggio nei confronti di una stella venerata come Dio. La deriva spaziale dell’astronauta che nel lancio nel vuoto non centra l’ingresso del condotto di recupero non va bene per i nostri tromboni dottorati perché un uomo nello spazio aperto senza tuta congela in circa 20/30 minuti mentre nel film il fenomeno è istantaneo ed è condito dal frantumarsi come un cristallo del braccio del malcapitato. E allora? Non è una sequenza bellissima che ci inculca il senso di vuoto e di freddo che domina lo spazio aperto? Cosa volevate mezz’ora di film dedicata al lento congelamento dell’astronauta in nome delle leggi della fisica e a discapito di quelle cinematografiche della fluidità filmica. Aristronziate. Sunshine è un bellissimo film di fantascienza intellettuale e concordo in pieno con i CINEFILES -Michel Foltz-Edwin Samuelson-Eric Coen-Jeff Gallashow- il migliore degli ultimi 10 anni a mani basse. Bisogna dare il merito a Danny Boyle di aver attinto nel migliore dei modi dai classici: -2001 Space Odiessy – Silent Running–2010-Solaris-Il mostro dell’astronave-Alien- ed averli rielaborati traendone gli spunti più significativi ed ampliando il tutto con delle trovate visive innovative ed affascinanti depurate dove non necessario dell’artificioso CG. Le astronavi con lo scudo termico gigante ad ombrello, gli scafandri orofluorescenti, le colonne neuroniche immerse nel liquido amniotico sono tutte trovate che mi hanno incantato. Un applauso con standing ovation  va fatto anche all’ottimo cast, affiatatissimo ed intenso nel quale spicca a mio avviso Chris Evans, un attore che ha classe fisico e carisma da vendere e può dare biada a tanti suoi colleghi più richiesti e reclamizzati come l’inguardabile Colin Farrell o il tonnoriomarico Edward Norton o ancora faccione oblungo Matt Daemon.     

Ma  non voglio divagare, anzi voglio sottolineare il bellissimo contributo musicale soprattutto nella mia scena preferita del film: la morte di Kaneda, una sequenza memorabile che ho visto e rivisto  ad occhi sbarrati per la sua bellezza estetica ed emozionale, si comincia proprio lì  a capire che questi coraggiosi scienziati astronauti erano consapevoli fin dal principio che il loro è un viaggio senza ritorno, una missione suicida in nome della salvezza dell’umanità. L’unico errore di chi ha creato questa meraviglia è di averla pubblicizzata poco e male. Se non avessi visto la bella review dei Cinefiles  su Youtube avrei ignorato per chi sa quanto tempo l’esistenza del luccicante, magnifico, solare, Sunshine.

 

Dedicated to  THE CINEFILES

 

Cillian Murphy

Non mi delude mai. Attore in grande crescita.

Chris Evans

Il migliore del già eccelso cast.

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