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Meglio morto che vivo

Regia di Robert Sparr vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Meglio morto che vivo

di sasso67
7 stelle

Western sulla fine del West, di ambizioni limitate, ma di dignitosa, seppur parca, realizzazione.

Il protagonista è un carcerato noto come Killer Cain, finito dentro agli inizi degli anni Settanta del XIX secolo per una serie di omicidi, che nel 1891 sta terminando di scontare una pena di diciotto anni, quando nella sua prigione scoppia una rivolta finalizzata all'evasione, cui l'uomo si rifiuta di prendere parte. Per questo, si attira l'inimicizia di un delinquente che approfitta di quella occasione per scappare. Una volta scontata la pena e uscito di galera, Killer Cain, a causa della sua nomea di assassino prezzolato, ha difficoltà a trovare un lavoro onesto, se non quello di attrazione storica nel baraccone, modello circo di Buffalo Bill, di un impresario che gira l'America rievocando i tempi del selvaggio West. Quando sembra avere trovato il modo di invecchiare tranquillo, spunterà un frammento dal suo passato di killer a reclamare la vendetta.

Pur penalizzato da un titolo che mi pare privo di senso (l'originale dovrebbe piuttosto suonare più morto che vivo), quello del poco noto Robert Sparr (dopo questo, ebbe il tempo per dirigere al cinema soltanto Quando baci una sconosciuta, prima di morire a soli 53 anni in un incidente aereo) è un lavoro inconsueto nell'ambito del cinema western, di valore più che decente e nobilitato dalla presenza di Vincent Price nel cast.

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