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Hardware

Regia di Richard Stanley vedi scheda film

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La recensione su Hardware

di alan smithee
5 stelle

IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA

La cronaca radiofonica di un certo Angry Bob (a cui presta la voce in originale l'estroso cantante-icona hard rock Iggy Pop) ci introduce in un futuro distopico come al cinema ne abbiamo già visti e continuiamo a vedere: la terra è devastata da una catastrofe climatica che ha reso tossica gran parte dell'atmosfera, rendendo necessarie maschere d'ossigeno per percorrere molte aree completamente rese desertiche e come sbriciolatesi.

Un cacciatore di taglie compra da un obeso rigattiere la testa di un robot che a sua volta costui aveva comprato da un nomade di passaggio. Il primo intende regalare il cimelio, probabilmente appartenuto ad una macchina ad uso per i lavori manuali, alla propria fidanzata, artista abile ad assemblare oggetti per crearne bizzarre sculture.

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Il problema nasce quando i due, loro malgrado, scoprono che quel pezzo di robot è il nucleo centrale di una macchina militare in grado di auto-aggiustarsi traendo beneficio da tutto ciò di utile che trova nelle sue vicinanze: pertanto ecco che quella testa apparentemente senza vita, torna ad animarsi e a ricostruirsi dei più bizzarri oggetto trovati nell'appartamento che i due condividono, iniziando a mostrare tutta la sua potenza ed il fatto di tornare a rivelarsi un'arma micidiale e molto difficilmente debellabile.

Sarà l'inizio di una lotta senza quartiere in cui la coppia, assieme ad un amico dell'uomo, dovranno cercare di difendersi e di distruggere quell'arma micidiale riciclatasi a nuova vita.

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Opera prima, già pervasa di colore vivo ed accecante che diviene una costante nell'opera del regista-guru sudafricano allora appena ventiquattrenne, Richard Stanley, che tornerà poco dopo con un altro film piuttosto noto, sempre di genere, ma più virato all'horror, come è Demoniaca - Hardware è un film ormai culto più osannato che veramente valido: la storia della macchina micidiale in grado di autoripararsi e ritornare ad essere micidiale ed inflessibilmente legata alla propria missione di giustiziere, è inevitabilmente succube del ben precedente - ma sicuramente di ben altro livello tecnico e narrativo - Terminator di James Cameron: il cyborg in questione non può che scimmiottare la macchina del celebre, magnifico film capostipite, e neppure lo stile marcatamente cyberpunk riesce a giovare più di tanto ad una vicenda che, forse, ad inizio anni '90 poteva ancora fornire qualche spiraglio emotivo, ma che ora rivela i connotati di un film debitore da una parte del gran film già citato di Cameron, e dall'altro delle derive da western apocalittico milleriane tipiche della saga di Mad Max.

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