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Z, l'orgia del potere

Regia di Costa-Gavras vedi scheda film

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La recensione su Z, l'orgia del potere

di fratellicapone
10 stelle

...dopo cinquant'anni il film è sempre attuale e ti prende dall'inizio alla fine...

 

 

Non avevo mai visto questo film così famoso e ho rimediato solo ora vedendolo in versione originale con sottotitoli.

E’ un film girato ad Algeri e i fatti alludono apertamente alla presa del potere del regime dei colonnelli in Grecia. Una manifestazione organizzata da organizzazioni di sinistra, ma più genericamente movimenti rispettosi dei diritti democratici e di manifestazione delle proprie opinioni di dissenso, viene sabotata e violentemente soffocata da civili organizzati e protetti dalle forze di polizia. Un deputato che avrebbe dovuto parlare viene ucciso in un finto incidente d’auto organizzato dai militari.

Inizia un’indagine giudiziaria per accertare le responsabilità. Le gerarchie militari e lo stesso procuratore generale intimidiscono il giudice che, invece, prosegue il suo lavoro incriminando i vertici dell’esercito tutti coinvolti in questo omicidio e nell’attività di repressione. La sfilata di tronfi generali, carichi di stellette e medaglie davanti al giovane giudice che li tratta senza badare alla loro importanza ma come colpevoli di un grave reato, lascia sperare che la legge venga fatta valere senza eccezioni. Non sarà così. Nella parte finale del film un giornalista annuncia la morte del giudice per infarto e la morte per i più improbabili incidenti ed eventi vari di tutti i testimoni che avrebbero dovuto deporre a carico dei generali. Se la caveranno con piccole sanzioni amministrative e subito vengono emanate leggi liberticide per reprimere ogni aspetto del dissenso anche con l’anacronistica messa la bando di libri antichi e moderni, di musica, di modo di vestire.

E’ un film meritatamente famoso e nonostante che siano passati cinquant’anni è, purtroppo, ancora di grande attualità e la storia italiana registra tanti episodi di atti di violenza esercitati o coperti dalle forse dell’ordine. A cominciare da Matteotti, e a finire ai fatti di Genova e al caso Cucchi. L’aspetto più drammaticamente grottesco è il tronfio senso di impunità che chi ha il potere mostra di fronte a chi cerca di accertare la verità.

Il film rimane attuale anche per la tecnica di realizzazione che non lascia mai cadere la tensione per tutte le due ore del film e anche le inquadrature, la mobilità della mdp che insegue i personaggi con aspetti tra il thriller movie e il documentario. Gli attori sono quanto di meglio si possa trovare Yves Montand, nel ruolo del deputato assassinato, e un grandioso e giovane Jean Louis Trintignat che è il magistrato che applica la legge senza venire a patti con il potere, Irene Papas che è la moglie e poi vedova del deputato.

Il film è sorretto dalla colonna sonora di Teodorakis travolgente come tutto il film. Una curiosità il tema principale della colonna sonora diventerà famoso in Italia con la canzone Il ragazzo che sorride, cantata tra gli altri da Al Bano.

 

Film visto in francese con sottotitoli nelle rassegne organizzate dall’Insitut Cultural Francais di Palermo.

 

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