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Babel

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su Babel

di zombi
8 stelle

nonostante 21 grammi mi fu così insopportabile, volli farmi del male e... e invece babel è un bel film. misteri della vita. già il manifesto era presago. mi intrigava e mi piaceva. ben disposto con delle belle foto e dei bei colori. quanto 21 grammi era stantito e arrogante, questo babel è pregno di sentimenti che stanno lì lì per esplodere. almeno la prima ora è un fuoco d'artificio. ci si sposta irrequieti per il mondo nei brulli pascoli del marocco dove due pastorelli provano un fucile e due bei sposini poco felici stanno facendo un tour. parte un colpo. a me la storia che più mi è piaciuta è quella giapponese. la ragazza ha una faccia bellissima e alquanto strana, e il suo babbo è un gran bell'uomo. tokyo è come la discoteca dove si reca chieko. uno stordente sbriluccichio di luci e rumori. gael garcia bernal ha un bel ruolo da maraglio sborone anche se doppiati in italiano sembrano la parodia di due veneti leggermente velocizzati. verrà il giorno che faranno i film in originale anche al cine. abbiamo una cate blanchett al solito smagliante e doppiata bene, mi piace la voce che le danno e un brad pitt finalmente attore. ALLE-LU-JA e che cazzo, tesoro ce ne hai messo del tempo. spogliato del suo divismo biondo, ora si finalmente uomo, con le borse sotto gli occhi, la barba e sporco, il suo ruolo è stata la scoperta del film. trattenuto per tutto il film, la tensione che trasmetteva sembrava di poterla toccare. veramente bravo. buono da morire il poliziottone marocchino in occhiali scuri. una babele di suoni, odori, puzze, lingue, dove però il sangue e il dolore non conosce differenze. un mondo diviso in due, ricco e povero. dove ricco non significa capello biondo, occhio azzurro e carte di credito gold o platinum, ma anche in sedici anni vissuti clandestinamente ma felicemente a curare figli altrui, costruendoti una vita che ti sembra poggiare su fondamenta ben piantate.

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