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Mater Natura

Regia di Massimo Andrei vedi scheda film

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La recensione su Mater Natura

di peterpaul
8 stelle

Mater Natura è senza ombra di dubbio da considerare un buon prodotto della ormai fiacca produzione cinematografica italiana, indebolita dal vigore delle produzioni americane che sovrastano il cinema locale, e dall’avvento della “Fiction” alla quale sono destinate mezzi pubblicitari e produzioni più imponenti. La pellicola racconta la storia di una giovane trans, Desiderio, che si innamora perdutamente di Andrea un bel ragazzo che gestisce un autolavaggio. Una forte storia d’amore che attraversa quelle che sono le difficoltà della realtà. Una storia d’amore con un trans non può che avere con il sociale un impatto devastante. Siamo a Napoli, la vera Napoli, priva di stereotipi innocui, utili a far spettacolo e basta. E’ una storia di realtà. Napoli allegra, sincera, ma anche folle e amara. E’ questo lo spaccato di una società malata, colma di pregiudizi, una realtà che non perdona. Massimo Andrei fa i conti con il vivere la fuori, impresa non certo semplice, allo spettatore strappa sorrisi, anche risate, ma anche amare emozioni che sanno tanto di constatazioni. Desiderio è il sogno, la prossima moglie “donna” di Andrea è realtà. Cos’è più semplice? La giovane trova rifugio nelle amiche trans. Saranno per lei la vera famiglia visto il netto rifiuto dei genitori nei confronti delle sue condizioni. Ognuna di loro hanno a che fare con i propri grattacapi che stranamente sembrano amplificati visto che sono delle “irregolari”. Ognuno volterà loro le spalle, la politica tutela l’interesse di chi conta e tanti saluti, la società arrogante e violenta le scaccia con le maniere forti sorvolando su ogni basilare forma di rispetto, concetto alieno in questi casi. Quindi il rifugio inteso quasi come missione o come semplice realtà quotidiana non può che essere la prostituzione. Un carente mercato dell’appagamento fisico privo di una vera anima. «Ma noi un’anima la teniamo – urla uno di loro esausto – scassata ma la teniamo…». Avviene così il tanto bramato allontanamento dalla città nemica che consiste nella fondazione di una azienda agricola biologica alle falde del Vesuvio chiamata “Mater Natura”. Potrebbe sembrare una fuga ma è in realtà un sano ricongiungimento con la natura appunto, con la loro condizione biologica. Sarà la società ad avere bisogno di loro. Un vero consultorio psicologico per chi ha bisogno di un aiuto spirituale. Massimo Andrei dipinge così magistralmente uno scorcio di vita reale; con una deliziosa forma sobria e colorata narra una storia definita da lui stesso “una storia d’amore e di riscatto sociale”. Le difficoltà di un personaggio “variegato” come un trans non possono che essere molteplici, ma l’obbiettivo consiste proprio nel ricercare una dimensione e un’identità e quindi la ricerca di una dignità. Ecco forse così funziona.
C’era una volta una storia di dignità…

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