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Più vivo che morto

Regia di Norman Taurog vedi scheda film

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La recensione su Più vivo che morto

di maso
6 stelle

Una delle commedie con la coppia Martin - Lewis meno note da noi tanto che la versione da me visionata è in lingua originale e non mi sorprende che sia poco trasmessa proprio perché molto ballata e canticchiata non solo da Martin ma soprattutto da Lewis e a chi non ha avuto la "fortuna" di sentirlo cantare garantisco che il suo raglio è una stilettata ai timpani insostenibile: va a discapito dei già rari spunti comici e della esile trama.
Il presupposto non è male con Lewis capostazione e Martin dottore confinati in una piccola stazione dell’arido New Mexico denominata Hole in the desert composta da un albergo e quattro case in cui la vita è piatta come un tavolo da ping-pong.
Homer Flagg, Lewis appunto, sogna di trasferirsi a New York e colto da noia mortale tenta una rocambolesca fuga che si conclude però con l’appropriazione di una vettura radioattiva, resosi conto dell’incauto gesto sviene terrorizzato di esser stato contaminato e la sua foto steso al suolo fa il giro degli States.
La giornalista d’assalto Wally Cook del New York Chronicle fiuta lo scoop credendo che il ragazzo sia in fin di vita e convince il suo caporedattore a finanziare il viaggio di Homer a New York, si reca ad Hole in the desert ma non è al corrente che il ragazzo è sano come un pesce, nonostante ciò in combutta con il dottor Harris Homer si finge moribondo per poter finalmente realizzare il suo sogno tanto che tutti e tre partono per La Grande Mela ma anche perché la giornalista è una deliziosa Janet Leigh ed il suo carisma ha fatto colpo su entrambi.
La metropoli si commuove a scena aperta ed Homer viene coccolato nel suo attico mentre Harris ne fa di tutti i colori per farlo apparire perennemente febbricitante ma nel frattempo fra feste e balli la pantomima comincia a scricchiolare, soprattutto in seguito alla visita di tre specialisti in infezioni radioattive che devono cercare di salvare Homer, in questa sequenza ne succedono di tutte con Homer che si camuffa da specialista moltiplicandosi per tre e spaccia Harris per se stesso con un taglio di capelli epocale per Martin ma rimane l’unica scena  esilarante in un film in cui Lewis è troppo sopra le righe e si espone apertamente ad una delle critiche più pesanti che gli furono mosse cioè di scimmiottare gli spastici, le cose migliori sono il primo balletto dopo l’arrivo dei tre protagonisti in città coreografato a meraviglia con Lewis mattatore che da sfoggio di doti atletiche notevoli e la splendida presenza di Janet Leigh veramente bellissima, capace di far raggiungere la sufficienza ad una pellicola in cui la commistione fra commedia e musical non funziona.

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