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Giorni d'amore

Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film

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La recensione su Giorni d'amore

di steno79
7 stelle

Ci sono alcuni film che ti entrano nel cuore anche se non sono capolavori, ma perché magari legati a periodi particolari in cui li abbiamo visti, ad emozioni particolari che ci hanno trasmesso, e per me "Giorni d'amore" di Giuseppe de Santis è uno di questi. Ambientato e girato nel paese natale del regista, Fondi in provincia di Latina, "Giorni d'amore" è una commedia agreste che fa riflettere sull'inutilita' della celebrazione di un matrimonio all'insegna dello sfarzo e sulla difficoltà, che talvolta si trasforma in impossibilità, per le coppie di origine sociale modesta di arrivare a quello che allora era ancora il fondamento della società, il matrimonio, se non con espedienti rocamboleschi come quello della "fuitina". Il film ha le sue qualità principali nell'esattezza della rappresentazione ambientale, fatta con scrupolo antropologico che include attori calati con verosimiglianza nella parte di umili contadini, nonché nella veste formale, attraverso una raffinata fotografia a colori per cui fu interpellato come consulente il pittore Domenico Purificato. Certo, la sceneggiatura in alcune parti risente di un eccessivo bozzettismo nella caratterizzazione dei personaggi, cosicché alcune sequenze risultano piuttosto invecchiate, soprattutto quelle della lite fra le famiglie di Angela e Pasquale, che dovrebbe essere una "finta" lite ma poi si trasforma rapidamente in una vera, risolte in modalità eccessivamente teatrali. Tuttavia De Santis si fa perdonare alcuni difetti abbastanza evidenti con la cura del ritmo interno al film, con la simpatia di alcune trovate, con la partecipazione affettuosa con cui descrive i personaggi, soprattutto i due protagonisti affidati a un Marcello Mastroianni emergente ma già intelligente e sensibile, che fra l'altro non manca di sex appeal a 30 anni mostrandosi anche a petto nudo, e una Marina Vlady sedicenne di grande bellezza e fascino che riesce nel miracolo di risultare abbastanza convincente come contadina ciociara. Considerata anche la partecipazione in sceneggiatura e aiuto regia del futuro regista Elio Petri, è un prodotto militante, etichettabile come "populista" ma ancora gradevole ai giorni nostri, una favola d'amore in campagna sicuramente meno impegnata rispetto a "Riso amaro", ma ugualmente una testimonianza di impegno e passione civile da parte di Peppe il Comunista.

Voto 7/10

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