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Mysterious Object at Noon

Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film

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La recensione su Mysterious Object at Noon

di OGM
8 stelle

Il gioco dei cadaveri eccellenti consiste nel costruire una frase con i singoli contributi di diverse persone, ognuna delle quali aggiunge una parola di sua scelta, senza conoscere quelle precedenti. Questo film trasporta l’esperimento sul piano cinematografico, documentando la formazione di un’intera sceneggiatura a partire dalle interviste raccolte dal regista e dalla sua troupe durante un viaggio che, nel corso del 1998, l’ha portato ad attraversare la Thailandia da nord a sud. Il racconto inizia con quello che sembra un drammatico ricordo di infanzia di una venditrice ambulante di pesce, e prosegue, già nella fase seguente, con un’inattesa svolta fantascientifica. Questa si arricchirà in seguito della suspense di un thriller, di spunti romantici, di riferimenti storico-politici, e di scenari horror da favola infantile. Il misterioso oggetto tondeggiante che, introdotto nel primo segmento, scatena la fantasia degli autori successivi,  può essere considerato un metaforico uovo della creatività, la quale, apparentemente, nasce da sola, per un fatto naturale, senza bisogno di particolari accorgimenti. È quella innata tendenza ad inventare che si manifesta nei sogni notturni e nelle leggende popolari: un patrimonio comune dell’umanità, che, per farsi arte, ha solo bisogno dell’intervento di un mezzo che ne diffonda adeguatamente il contenuto. Un tempo questa funzione era svolta dalla tradizione orale, oppure dagli spettacoli di piazza: e di questi Weerasethakul vuole conservare la memoria anche in quest’opera che, in realtà, celebra il cinema come il nuovo, potente strumento di condivisione ed espansione delle idee, anche di quelle casuali e sparse per il mondo. Il disordine primordiale si organizza, sullo schermo, in un mosaico in cui i contrasti servono solo a conferire all’immagine un realistico senso della profondità. In Weerasethakul la commistione di elementi narrativi eterogenei dà sempre luogo ad una visione simultanea e stratificata, che può interessare i vari livelli della coscienza (come in Tropical Malady), il confronto tra passato e presente (come in Sang Sattawat) il passaggio dalla vita alla morte (come ne Lo zio Boonmee che si si ricorda delle sue vite precedenti). In questo film, l’operazione viene applicata alla complessa definizione del concetto di storia, che raduna tutte le successioni di eventi e di pensieri che si prestano ad essere concatenati in un discorso continuo, ma non necessariamente sequenziale o coerente.  Se è ammesso che, durante la narrazione, il punto di vista cambi, questa variazione può certamente riguardare anche le diverse componenti che intervengono nel trasporto del messaggio dal suo ideatore al suo fruitore: la scrittura o registrazione vocale, la sistemazione del materiale, la sua traduzione nella forma definitiva, su carta o su pellicola.  Le possibilità di spaziare sono tanto più ampie, quanto più il lavoro assume un carattere collettivo, come nel caso della realizzazione di un film, soprattutto se, lo stesso racconto è il prodotto di tante menti.  Mysterious Object at Noon  è, nel contempo, un saggio di cinematografia ed un manifesto di intenti, che sostituisce all’individualismo dell’autorialità l’impegno a testimoniare la relatività della visione e la molteplicità delle voci.

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