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The King of Comedy

Regia di Stephen Chow, Lee Lik-Chi vedi scheda film

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La recensione su The King of Comedy

di AndreaVenuti
8 stelle

The King of Comedy è un film  di Hong Kong del 1999 diretto (con l'aiuto di Lee Lik-chi), interpretato ed in parte scritto da Stephen Chow.

 

Prima ancora di iniziare con l'analisi due veloci pariline sul regista, ormai icona della commedia hongkonghese; Chow dopo essersi iscritto alla scuola di recitazione appartenente agli studi cinematografici della Show Bros, ottiene elevati consensi per via del suo attengiameto sempre propositivo (parteciperà ad un numero elevatissimo di pellicole) e innovativo tuttavia la sua vera vocazione è la commedia a tal punto da diventarne il nuovo mattatore del genere, scavalcando una leggenda locale come Michael Hui e questo The King of Comedy è uno dei suoi capolavori più noti ma da noi sconosciuto.

 

Sinossi: Wan Tin-sau (Stephen Chow) sogna di diventare un grande attore; è una comparsa e partecipata a numerosi film ma quasi sempre viene scartato quindi per guadagnare un po' di denaro insegna nel tempo libero recitazione ad alcuni soggetti veramente particolari tra cui si segnala la bella Lau Piu-Piu (Cecilia Cheung); Piu-piu è una ragazza che lavora in un night club e per cercare di soddisfare meglio i suoi clienti vorrebe imparare a recitare la parte della studentessa...

The King of Comedy è una commedia perfetta in cui intravediamo tutte le qualità di Chow; innanzitutto  ritroviamo il suo stile inconfondibile del  Moy Len Tau, ossia una comicità in parte nonsense in cui emergono situazioni inverosimili caratterizzate da gag epiche, come ad esempio la comparsa a sorpresa di un bambino paffutto e completamente nudo; detto questo i suoi personaggi mantengono sempre una dimensione umana, questo per via di una sceneggiatura molto curata in cui troviamo una vera e propria storia e non solamente un accumulo di gag, anzi la commedia riesce ad alternarsi a momenti più seri dove trova spazio un tremendo pestaggio subito da Lau Piu-piu, scene alternate a sequenze romantiche ma non banali.

 

Chow inoltre ama la citazione/parodia: all'inizio del film è presente un chiarissimo omaggio a The Killer di Woo (//www.filmtv.it/film/13192/the-killer/recensioni/816758/#rfr:film-13192); Chow cita pure Dalla Cina con furore di Lo Wei ed interpretato da Bruce Lee, icona amatissima dal regista.

 

Detto questo anche la regia è di livello; più o meno a metà film troviamo ad esempio l'utilizzo dello specchio autoriflesivo: Wan Tin specchiandosi si interroga e riflette su di sè, su di cosa si è o su che cosa non si è più.

In aggiunta nel corso del film si segnalano alcune scene action riprese e coreografate molto bene, il tutto condito da un bel po' di ironia dove si ride di gusto.

 

Infine troviamo un gran bel cameo di Jackie Chan, in quel periodo ormai star leggendaria ad Hong Kong (Chow ricambierà il favore poco dopo effettuando un cameo per In fuga per Hong Kong del 1999, diretto da Vincet Kok, amico di Chow)

 

Cult-movie, da riscoprire.

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