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Il mulino delle donne di pietra

Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film

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La recensione su Il mulino delle donne di pietra

di mm40
3 stelle

Uno scultore cela un incredibile segreto sanguinario; ne viene a conoscenza uno dei suoi studenti, invaghitosi della sua bella figlia.

Uno dei primi e dei più riusciti horror gotici all’italiana – per quanto si tratti in effetti di una coproduzione fra Italia e Francia – è questo Il mulino delle donne di pietra, inquietante già dal titolo. Curioso come dietro la macchina da presa ci sia un regista non particolarmente dedito al ‘genere’ o allo sperimentazioni, vale a dire Giorgio Ferroni, già passata la cinquantina e fino a quel momento ancorato a commedie e melodrammi; ancor più bizzarra nel contesto è la fotografia a colori di Pier Ludovico Pavoni (comunque non disprezzabile, sia chiaro): nel 1960 lo standard per il cinema nostrano era ancora il bianco e nero, senza dubbio più efficace per un’opera di tale stampo. Al di là di questi dettagli, il film è narrato con discreto gusto e con una tensione giustamente crescente, destinata a esplodere nel roboante finale; al netto di qualche inevitabile ingenuità – siamo pur sempre in territorio fantasy, insomma – e qualche espediente un po’ risaputo, funziona bene la sceneggiatura di John Hart e Richard McNamara (anche se Imdb.com accredita in tale ruolo Giorgio Stegani, Ugo Liberatore e lo stesso Ferroni) tratta dal racconto omonimo di Pieter Van Weigen. Puntuale e ficcante il commento sonoro di Carlo Innocenzi. Nulla di eccezionale nel complesso, ma un lavoro ancora oggi piacevole alla visione. 3,5/10.

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