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Perfect Blue

Regia di Satoshi Kon vedi scheda film

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La recensione su Perfect Blue

di ANdaMI
10 stelle

Il primo lungometraggio animato di Satoshi Kon è un eccezionale thriller psicologico profondamente immersivo e visivamente meraviglioso.

 

locandina

Perfect Blue (1997): locandina

 

Film del 1997, Perfect Blue è diventato negli anni un vero e proprio must per gli appassionati dell'animazione nipponica e per i cinefili di tutto il mondo. Chi ancora considera i "cartoni animati" un affare da bambini, probabilmente non ha mai avuto il piacere di interfacciarsi con questa pellicola, di breve durata certo, ma così ricca di spunti di riflessione e che mette in scena una gran bella storia. Una storia violenta, contorta, sessualmente esplicita, oscura e capace di diffondere il brivido dallo schermo allo spettatore. È la storia di Mima, celebre cantante pop giapponese, o idol che dir si voglia, che decide di dare una svolta radicale alla propria carriera, abbandonando le vesti di tenera ragazza modello per dedicarsi alla recitazione. Dopo aver accettato di girare una scena di stupro in un serial televisivo, Mima inizierà ad essere perseguitata dall'altra sé stessa. Una versione di lei che voleva restare a cantare. Mentre il suo mondo si spezza in due e realtà e finzione si confondono sempre di più, un'inquietante serie di omicidi si sussegue intorno alla nostra protagonista.

 

scena

Perfect Blue (1997): scena

 

Sfruttando disegni e una tecnica che tiene botta, in larghissima parte, ancora oggi, Satoshi Kon ci catapulta nei meandri della follia, dell'ossessione, dell'alienazione, del dubbio. Mentre i fotogrammi scorrono, chi guarda non può fare a meno di formulare teorie nel tentativo di trovare una spiegazione a ciò che sta accadendo a Mima. Chi è davvero lei? L'idolo puro con il microfono in mano o la nuova attrice senza pudore che sta cercando di diventare? Quello a cui stiamo assistendo è reale o è solo nella sua testa? E se la fiction fosse la realtà e la realtà fosse solo una bugia? Ma soprattutto, quanto l'immagine che noi abbiamo dato in pasto al pubblico (dal vivo o collegato da casa) condiziona la nostra vita? Perché il centro tematico del film (o meglio, uno dei tanti) è proprio questo. Kon sembra volerci comunicare che il modo in cui appariamo può spingere le persone ad aspettarsi cose ben precise, anche se noi vorremo cambiare o non fossimo realmente così. Un'espediente molto simile a Misery non deve morire. Da un personaggio di un certo tipo, tutti si aspettano un modo di fare di un certo tipo. La nostra reputazione ci precede e l'opinione dei fans più accaniti sembra non lasciare vie di fuga alle aspirazioni di chi vuole ricercare un miglioramento personale. Siamo tutti vittime di una società dello spettacolo che tratta le dive secondo canoni precostruiti. Ma il regista non crea solo sequenze fortemente confusionarie e bellissime che ben traducono il senso di smarrimento che l'io della protagonista sta vivendo, ma gioca con lo spettatore stesso fin dall'inizio. Gli stacchi di montaggio, le ripetizioni, le battute che ritornano creano un senso di malata inquietudine che spinge la tensione fino alle stelle. E che dire delle bellissime musiche? Potenti e invadenti al punto giusto. 

 

scena

Perfect Blue (1997): scena

 

La componente thriller di Perfect Blue è magnifica. Adrenalinica e mozzafiato. Gli omicidi sono truculenti ed orchestrati con uno stile che non ha nulla da invidiare ad un Dario Argento o ad un qualsiasi altro grande autore. Tuttavia, dopo aver veicolato messaggi per tutto il film e dopo averci ingolosito con la morte e lo straniamento, Kon fornisce una spiegazione al mistero. Un mistero che fa piacere scoprire dopo averci fantasticato per tutto il tempo. La risoluzione dà soddisfazione, ripaga la già piacevolissima visione ed aggiunge un ulteriore significato al tutto. Una volta giunti ai titoli di coda, non si può non inneggiare al grande cinema di cui Kon ci ha fatto dono anni fa.

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