Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Il connubio Scorsese-Di Caprio, giunto con "The Aviator" al secondo atto, procura all'attore una meritata nomination all'Oscar e agli spettatori un appassionante e realistico viaggio nella vita e nella mente di Howard Hughes, un miliardario produttore cinematografico e magnate dell'aviazione affetto da disordini ossessivi-compulsivi. Siamo nella prima metà del secolo scorso (poco dopo gli anni 30) e un Di Caprio svestito finalmente dei panni del romantico eroe dei poveri, affascina ed emoziona nel rappresentare le grandi sfide di Hughes. Affiancato da fedeli collaboratori (un John C. Reilly assai convincente) e una donna dal carattere forte, Katharine Hepburn (interpretata da una monumentale Cate Blanchett), si scontra continuamente con la realtà e le sue barriere, riuscendo sempre a varcarle. Il rischio (fisico, economico) vale per lui la ricerca della perfezione assoluta mentre le ombre della paranoia, della pulizia, delle percezioni distorte, rendono arduo il suo cammino. Splendida la sequenza di arrivo alla prima del film "Angeli dell'inferno", quando agli occhi di uno spaesato Hughes, i flash dei fotografi paiono esplodere in mille schegge di vetro che vengono da lui e da Katharine, calpestate al passaggio con grande fragore. Oltrepassare barriere ritenute insuperabili ha però il suo prezzo, anche se per Hughes il compimento di un suo progetto è e resterà inestimabile.
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