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Vento di terra

Regia di Vincenzo Marra vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vento di terra

di zombi
8 stelle

da queste parti, le "mie" parti... faccio come la regina di cuori in ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE di walt disney, i capolavori li lasciamo agli stanley kubrick, che poveretto pace all'anima sua, creava capolavori anche assiso sul water-closet e le "opere" le lasciamo volentieri ai michelangioli antonioni. qui dalle mie parti si guarda film con i piedi un pò più piantati in terra. una terra resa sterile, violata da una mancanza cronica di lavoro, tapezzata di periferie i cui palazzoni fatiscenti, addossato l'uno all'altro sembrano i quadri con tutti i cubi di quei colori neutri e malaticci. vincenzo è un ragazzo che nasce e cresce in una di queste periferie. la sua famiglia minacciata da un padrone che li vuole sfrattare nonostante la legge li tuteli con una proroga di due anni. padre disoccupato che non si ubriaca e non malmena nessuno, madre attaccata alla macchina da cucire giorno e notte, sorella che non si prostituisce ma che vuole andare dallo zio ciro a cassino per lavorare in catena di montaggio alla fiat... una famiglia normalissima afflitta dalla carenza di routinaria sicurezza. vincenzo è il figlio e a testa bassa ascolta l'amico fraterno del padre che gli chiede di star vicino al genitore disoccupato. vincenzo accetta con una cieca abnegazione tanto che lascia anche la ragazza per dedicarvisi completamente. vincenzo è un ragazzo che non ride mai nella prima parte del film. è un ragazzo che ha imparato che per sorridere bisogna permetterselo. un lusso che la situazione sempre più precaria non gli viene concesso. una vita che sembra di vedere guardando scorrere veloce i binari con innesti che vi affluiscono. ma vincenzo è un bravo ragazzo e dopo la morte improvvisa del padre, si lascia tentare dal soldo facile. si unisce a criminali che rapinano un camion di scarpe, ma oppresso dai sensi di colpa si reca da claudio l'amico del padre per chiedere aiuto e aiuto gli viene dato. il film di marra sembra una sonata triste, la parabola di un ragazzo che vive una breve vita fatta solo di eventi negativi. il tentativo di sopraffare ciò che pare la vita abbia in serbo per lui, è vano. vincenzo non vi riesce e come dargli torto, è alla fine solo un ragazzo, che ha perso il padre troppo presto, che deve prendersi cura di una madre depressa. per vincenzo non c'è requie. deve continuamente stare sull'attenti, come un cane randagio. anche i parenti sono scorpioni che ti minacciano con chele che ti stritolano e un pungilione velenoso che ti sventola alle spalle. marra è rigoroso. non eccede quasi mai con i dialoghi, tenuti asciutti e scarni. gli interpreti sono strepitosi con un elogio particolari al giovane vincenzo pacilli, ed è in grado di creare reale commozione senza scadere nel melenso, come nella scena in cui la sorella gli confessa che lo zio ciro ha tentato di abusare di lei. i fratelli sanno riconoscere se c'è qualche nuovo problema nei reciproci sguardi oberati di brutture. vincenzo corre come un cane rabbioso pronto a sfondare porte e menare pugni e calci, ma quando dinnanzi ad una porta ostinatamente chiusa, non riceve risposta dallo zio in silenzio dietro la porta, vincenzo scoppia a piangere chiedendo "perchè" strozzato dai singhiozzi, allontanandosi mentre si strofina gli occhi come un bambino. è un film duro, che parla di cose universali, utilizzando eventi ben precisi come il kosovo e i problemi relativi all'uranio impoverito, per spiegarci di cosa un ragazzo deve fare per cercare di guadagnare più soldi possibili senza doverli rubare e infangare la propria integrità e quella dell'amato genitore morto... il commilitone col quale ha più legato glielo chiede: "ma chi te l'ha fatto fare?..." ma vincenzo risponde rivolgendogli la medesima domanda. una vita veloce e breve, interrotta proprio nel momento in cui sembrava cominciare a raccogliere i frutti delle giovani fatiche. tornato malato dalla missione in kosovo, marra inquadra vincenzo in un primo piano, che si confonde con la periferia della sua città nel quale è nato ed è riuscito a tornare comprandosi un'appartamento, fisso... l'avvocato difensore dei militari tornati malati se n'è appena andato, gli ha lasciato delle carte da leggere che sarebbe bene firmasse(questa storia ce l'ha riraccontata paolini in un suo commovente monologo a report solo l'inverno scorso). è triste vedere un viso così giovane oscurato da espressioni che nelle più brutte ipotesi dovrebbero vestire solo gli anziani. sembra che le mani corrotte che gravano sulla sua città abbiano esteso il loro potere concerogeno anche su di lui. un giovane ragazzo che non morirà sparato in una via in una lotta tra bande. una morte che la sua integrità gli ha evitato, che grava sulla città e sullo stato assente. uno stato che non ha figli da mandare ad ammalarsi in zone di guerra(moore non è tanto campato in aria) e che sfrutta i figli delle fasce più deboli... "ma chi te l'ha fatto fare", forse un pò se lo chiede vincenzo.

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