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Le chiavi di casa

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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La recensione su Le chiavi di casa

di cantautoredelnulla
8 stelle

Ci vuole coraggio, intelligenza ed esperienza per poter fare un film bello come questo! Amelio si conferma ai miei occhi come una delle poche garanzie per un cinema italiano d'autore che abbia ancora qualcosa da dire e lo dica in maniera inconfutabile. La sceneggiatura è d'acciaio e riesce a esprimere lo sgomento, la paura, gli impacci, i modi stralunati di pensare e comportarsi di Paolo e Gianni. E mi ritrovo a vedere nel personaggio di Paolo una moltitudine di aspetti delle persone che conosco e nei modi un po' goffi di Gianni le difficoltà che si incontrano quando si decide di spezzare il tabù ghettizzante della nostra società. Del resto usciamo da una Storia contemporanea dove l'handicap era visto non solo come un difetto, ma anche come una condanna, come un fattore determinante di emarginazione e questa pesante eredità avrà bisogno di tempo per essere una volta per tutte cancellata. A ogni modo consiglio a tutti di vedere questa pellicola, perché c'è vita in mille forme diverse, c'è forza, coraggio, normalità da tutti i punti di vista e, insomma, un inno alla vita così non può che far ridere, sorridere, far sentire meglio e fare uscire la gente dalla sala contenta, rasserenata per avere goduto di questo piccolo raggio di sole.

Su Andrea Rossi

Bravissimo! Spontaneo, ma anche pesato nei gesti, nel tenere la scena, ha sicuramente un grande talento e ha saputo proporre la spensieratezza necessaria al suo personaggio con grande capacità espressiva.

Su Charlotte Rampling

La fierezza profonda che sa dare la Rampling al proprio personaggio e la dignità che esibisce con la stessa austerità con cui nasconde il proprio pianto e la propria disperazione, sono intensissimi. E le debolezze, la forza ricercata continuamente nella lettura, nell'appoggio altrui, nella sfortuna altrui, la voglia di non sentire diversità e di abbattere ogni emarginazione risultano così credibili e tangibili da fare ancor di più ammirare la sua prova di attrice. Intensissima!

Su Kim Rossi Stuart

Il suo personaggio è molto tormentato ed emergono nella sua interpretazione tutta una serie di dubbi, incertezze, speranze e illusioni che costellano la drammaticità di tutta la storia, ma anche la leggerezza infantile e trasognante del gioco con Paolo, che mi fanno ammirare ancora di più questo attore che dà sempre prova di un grande spessore e di una grande capacità introspettiva.

Su Gianni Amelio

La regia, ma anche la storia, sono molto forti. Non ci sono inquadrature sbagliate, nè situazioni imbarazzanti, ma solo un taglio onesto e sincero che non fa altro che rendere realista e apprezzabile il risultato di un così bel lavoro. Amelio guida, senza invadenza, gli attori e non cerca di drammatizzare qualcosa che in realtà è solo parzialmente drammatico. Quello che presenta Amelio è la gioia di vivere e questo denota la grande profondità del suo modo di guardare alla vita dei disabili. In mille altri film il tutto si sarebbe trasformato in tragedia: Amelio invece non cerca questo finale, scontato, patetico e scadente. Amelio cerca quell'inno alla vita che dovrebbe riguardare tutti gli uomini e davanti alle lacrime, le parole di Paolo, che diventano sue e di tutti i personaggi della storia, incarnano meglio di qualunque ripresa, tragedia o conclusione, la necessità di non arrendersi mai

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