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Il siero della vanità

Regia di Alex Infascelli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il siero della vanità

di axe
5 stelle

Alcuni personaggi dello spettacolo, noti volti di un talk-show di particolare successo, spariscono uno dietro l'altro. Gli inquirenti, per le indagini, chiedono l'ausilio di Lucia, un'investigatrice in seria difficoltà psicologica a causa di un evento criminoso che, molti mesi prima, aveva portato alla morte di un collega. Ben presto, emerge che i rapiti - cui si aggiungono altre persone - sono accomunati dall'aver partecipato ad una specifica puntata del talk-show, molti anni prima. Film ascrivibile al genere poliziesco; partendo da premesse più o meno plausibili, il racconto si fa via via più irreale, fino a giungere ad una conclusione assolutamente inverosimile, funzionale tuttavia allo scopo della regìa, che ha interesse a stigmatizzare un particolare aspetto della nostra società : la spettacolarizzazione - e conseguente banalizzazione - di ogni sentimento, aspirazione, emozione, tramite il medium della televisione, i cui "signori" - nello specifico, la Sonia Norton conduttrice del talk-show - decidono le sorti di chi vi si affida. I personaggi ospiti del talk-show, soggetti di piccolo talento e buone speranze nel momento delle loro prime apparizioni, non ottengono molto dalla vita. Michele Benda (Marco Giallini) è uno psicologo oltremodo critico e contestato; Ester Bonanni (Maddalena Maggi) una cantante nota per un unico brano di successo; Azzurra Rispoli (Barbora Bobulova) una Miss Italia finita schiava della droga, con la quale tenta di lenire dolore e noia generati dalla frustrazione di aspettative e vuoto interiore; Rocco Piccolo (Luis Molteni), un attempato comico ormai stanco di rendersi ridicolo in mezzo a ragazzini; Daniele Esposito, un illusionista dal tetro passato e le incerte origini, la cui psiche già compromessa non regge al duro giudizio delle regole della TV. L'intreccio "giallo" è poco consistente. S'intuisce ben presto chi è il colpevole; imprevedibile - e grottesca - è però la conclusione. Benchè la protagonista Lucia, una donna problematica, incline al bere, con un cattivo rapporto con figlio ed ex-marito, riesca a risolvere il caso da sola, la visibilità è data a Franco, un collega incapace, che giunge alle medesime conclusioni grazie in parte alle intuzioni di Lucia, in parte per un colpo di fortuna. Franco, nella ricerca dei rapiti, porta con sè Sonia Norton ed il suo staff; La scena della tragedia finale diventa un improbabile set cinematrografico, da utilizzare per registrare una sensazionale puntata del talk-show, che consente ai rapiti - e ritrovati - di avere ancora notorietà, e con essa una possibilità di sopravvivenza. Se non si è in TV, non si è in vita. Il cast è notevole. Oltre ai succitati attori, sono presenti Margherita Buy, nei panni di Lucia, Valerio Mastandrea, nei panni del collega Franco e Francesca Neri, la Sonia Norton che sembra gestire le sorti, mediatiche e non solo, di ogni personaggio. Molto particolare lo stile scelto da Alex Infascelli, la cui mano si vede nell'irrequietezza della telecamere, il rapido alternarsi di fotogrammi nei momenti di maggior tensione, ai quali si accompagna una colonna sonora elettronica ed incalzante. Fino a due terzi della durata, ho trovato il film piacevole; poi la componente "grottesca" prende il sopravvento. L'epilogo, assolutemente irreale e poco evocativo, mi ha deluso. Comprendo - e condivido - l'idea alla base del racconto, ma così "lanciata in faccia" allo spettatore ... mi sembra troppo.

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