Regia di Elia Kazan vedi scheda film
Il film è forse un pò troppo hollywoodiano, ci sono battute banali per spezzare il ritmo, scene drammatiche troppo allungate e falsi sentimenti. Però, malgrado questo, il film fa riflettere ed io credo che la cosa più un importante in un film sia proprio il far pensare. Il film ci induce a formulare pensieri sul progresso, inteso come cosa che forse non è essenziale e un pò contronatura oppure come risorsa fondamentale per il benessere; inoltre ci fa riflettere su uno dei concetti più importanti di questa nostra epoca, cioè la dignità che è stata spesso dimenticata o trascurata in una società di conformismi e consumi come la nostra. La base del film può essere vista come uno scontro di generazioni: il passato, di cui paradigma sono la vecchia ed il nero che rimarrà con lei nell'isola, è qualcosa di anacronistico che però ha ancora molto da insegnare, poi c'è il presente (inteso come presente nel 1960, epoca in cui è stato girato il film)che è rappresentato, in un certo senso, dalla diga che fa proprio da spartiacque tra passato e futuro facendo emergere tutte le incongruenze tra passato e futuro e, la difficoltà di comprensione in un epoca che sta cambiando e non si capisce bene dopo potrà arrivare; infine c'è il futuro che sono i due giovani che alla fine se ne andranno da quel luogo come in una fuga dal "passato" andando incontro, non troppo seneramente, ad un prossimo tempo forse bizzarro e difficile, ancora, da comprendere.
La troppa retorica Hollywoodiana dell'epoca.
Un grande attore che Kazan riesce a far rendere al meglio.
Elia Kazan è sicuramente un grande regista e sa tirare fuori dagli attori il meglio di se, lui sa come mostrare i sentimenti e sa, come rappresentare le contraddizioni e la difficoltà di comunicare che hanno gli uomini, sempre convinti della propria ragione, sempre e comunque.
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