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Non tutti ce l'hanno...

Regia di Richard Lester vedi scheda film

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La recensione su Non tutti ce l'hanno...

di teaestefano
8 stelle

Un film grazioso e simpatico, dolce e umoristico. E' un ritratto della swinging London degli anni '60, mentre impazzavano i Beatles (in regista, non a caso, è lo stesso dei loro film). Stava emergendo una nuova generazione, che, se anche non aveva chiaro un sistema di valori proprio, era in bonaria rottura con quello dei loro padri. Non so se sia lo sguardo sereno e non arrabbiato del regista, ma in loro si vede un innocente voglia di divertirsi e di distaccarsi dall'ingessato moralismo britannico post-vittoriano, portatore di una morale ormai piuttosto farisaica che cristiana. Il film è infatti inframezzato da molte inquadrature di vecchi (con tutta probabilità veri passanti) che guardano perplessi e scettici quei nuovi giovani, molto lontani dal conoscerli e dal capirli, a causa di una vera frattura fra generazioni. E' un opera briosa e piena d'inventiva e ardite soluzioni formali (moviola, fermo fotogramma...), mai pretenziose e fine a se stesse, ma con un tal garbo e sopontaneità da non dare assolutamente fastidio, e da essere anzi piacevoli e suscitare sorrisi e anche risate. Il quartetto i giovani non può che essere simpatico, e il regista lo rappresenta con un tono a metà tra il tenero e lo scherzoso. L'umorismo e la levità di Lester sono semplicemente unici, e di lui apprezzo particolarmente l'assenza di rabbia, acredine, o anche supponenza (come Marco Bellocchio), che invece troviamo in molti film di contestazione degli anni 60 (ma questo è poi di contestazione?). Ha voluto semplicemente farci divertire senza pretese e darci un affettuoso ritratto dei giovani londinesi. Benché io sia un fanatico sostenitore del matrimonio, il finale anti-matrimoniale è così tenero, romantico e spensierato che non mi ha urtato neppure un po'. Viene anzi il dubbio che volesse forse più fare una pernacchia alla morale puritana che attaccare la scelta di sposarsi. Il titolo originale poteva venir con successo tradotto "quel certo non so che", ma si optò per una perifrasi un po' vaga e non così diretta nel significato. E' un film che purtroppo la tv italiana e le case di distribuzione di dvd del nostro paese guardano come la peste (che sciocchi!). Ho dovuto ordinarmi il dvd in Germania (il quale ha anche la lingua italiana).

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