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L'ispettore Lavardin

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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La recensione su L'ispettore Lavardin

di hupp2000
8 stelle

Anche il secondo film di Claude Chabrol che vede come protagonista Jean Poiret nei panni dell’ispettore Lavardin rientra forse nella filmografia minore del regista, ma diverte e può essere considerato un giallo di buona fattura. In una cittadina di provincia, poco dopo essere riuscito a far vietare  la rappresentazione di una pièce giudicata blasfema, lo scrittore cattolico Raoul Mons viene trovato morto, accoltellato e lasciato nudo su una scogliera. Incaricato delle indagini e spedito sul luogo, Lavardin capisce ben presto che la soluzione del caso non va ricercata nel conflitto tra la troupe teatrale e lo scrittore, bensì nei consueti scheletri nell’armadio della famiglia di quest’ultimo. Inutile raccontare gli sviluppi del piccolo giallo, che serve all’autore solo per affondare ancora una volta il coltello nelle ipocrisie e menzogne della borghesia di provincia. Gli aspetti più gustosi del film sono infatti costituiti dalla descrizione dei personaggi e dalla vivacità dei dialoghi. Chabrol fa ricorso ad amici fidati e di lunga data, primi fra tutti Jean-Claude Brialy e Bernadette Lafont. Nel film sono fratello e sorella, il primo deliziosamente gay, spiritoso ed eccentrico, la seconda leggermente squilibrata, diafana e distaccata, morbosamente legata al fratello e alla figlia avuta da un primo matrimonio. L’ispettore li conosce da tempo. In gioventù, la donna era stata una sua fiamma. Pur riprendendo un canovaccio e uno stile narrativo simili al film precedente, questo sequel mi è apparso più raffinato e studiato con maggior cura. Jean Poiret padroneggia un personaggio ormai rodato e lo arricchisce di un fraseggio al limite del sarcasmo, di un’ironia accentuata e di notevole snellezza recitativa. Forti del discreto successo ottenuto dalle due pellicole nelle sale cinematografiche, regista e attore insisteranno nella serie « Lavardin » con quattro telefilm di 90’, trasmessi tra il 1988 e il 1990 dall’emittente televisiva TF1. Resta il neo della brutta colonna sonora affidata nuovamente a Matthieu Chabrol. Un disastro cacofonico !

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