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Europa

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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La recensione su Europa

di giuliobonfante
5 stelle

Al termine della Seconda Guerra Mondiale un giovane americano torna dallo zio tedesco in Germania, che lo assume come apprendista conduttore di vagoni letto in una importante compagnia ferroviaria.
L'ultimo capitolo della trilogia europea di von Trier è il più ricco ma il meno riuscito. Trier prosegue le sue sperimentazioni e arriva a un film dall'ambientazione e dalla forma storica, perfetta per riprendere l'idea dell'Europa devastata, uno dei tanti leitmotiv della trilogia. Questo storicismo è reso bene, tanto da dare spesso l'impressione di trovarsi davanti a un vecchio melodramma, e viene utilizzato per creare un netto contrasto con le scelte innovative (ma non sempre riuscite) del suo linguaggio cinematografico, quali le sovrimpressioni o le chiazze di colore che compaiono in concomitanza con l'intervento o lo spirito della guerriglia nazista. Altro leitmotiv della trilogia è il tema dell'ipnosi, qui presente più che nei capitoli precedenti, con un narratore onniscente e onnipotente che vuole sin da subito comandare il protagonista, e quindi gli spettatori, di cui il protagonista è l'alter ego. Più interessanti sono i richiami kafkiani (presenti anche nel titolo, con Europa come rivisitazione di America) che creano le situazioni e i personaggi più riusciti: lo zio e i due esaminatori.
A fronte di tante idee, tra l'altro non sempre memorabili, di concreto c'è poco, e il prodotto finale è il riflesso dell'ambizione di un giovane autore che ancora non se la può permettere.

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