Espandi menu
cerca
Easy Rider

Regia di Dennis Hopper vedi scheda film

Recensioni

L'autore

DeathCross

DeathCross

Iscritto dal 26 ottobre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 39
  • Post 14
  • Recensioni 226
  • Playlist 43
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Easy Rider

di DeathCross
10 stelle

Billy (Dennis Hopper) e Captain America (Peter Fonda), in seguito alla vendita di una ingente partita di cocaina, partono con le loro Harley diretti verso il carnevale di New Orleans. Durante il viaggio incontreranno diverse persone e realtà e avranno modo di sperimentare sulla loro pelle le contraddizioni degli stati uniti.

Strabiliante Manifesto che mostra in modo spudorato le profonde incongruenze degli usa (fine anni '60): la Libertà rappresentata dalla bandiera presente su moto, casco e giacca di Capitan America è tradita dalla bandiera ufficiale e identica degli states, simbolo invece di repressione e oppressione in nome di una falsa libertà dominata dal denaro che teme e odia la Vera Libertà.
Questa Libertà, con la L maiuscola (che coincide, ma è una considerazione personale, con l'Anarchia), si regge sull'Eguaglianza Sociale che solo l'assenza di denaro e di istituzioni può garantire. Possiamo vederne degli imperfetti ma splendidi esempi nella prima metà del film, lontani dalle città, nella Famiglia mista dedita all'agricoltura, nella Comune hippie immersa nella Natura, nella comunità aliena fittizia evocata da George Hansen.
Quando i nostri non-eroi giungeranno in città e, soprattutto, quando inizieranno a 'godersi' il denaro guadagnato con la coca, inizierà un incubo dove la Libertà viene sostituita dall'illusione di essa, dall'eccesso, dalla distrazione auto-distruttiva e delirante, che trova il suo Culmine nella Sequenza Antologica, contraddistinta da un Montaggio squisitamente onirico e ripetitivo (ma anche anticipatore) del cimitero. Oramai i due, come ammette cpt.America, sono fottuti.
E infatti subito dopo arriverà, brutale e secca ma prevista (la clip dell'esplosione della moto di America viene difatti mostrata nella sopra citata sequenza onirica nel cimitero) la tragica Fine: la mdp si allontana in silenzio dai corpi dei due protagonisti e, sempre allontanandosi (mostrando un mkagnifico paesaggio fluviale), partono i titoli di coda accompagnati da "Ballad of Easy Rider" cantata da Roger McGuinn.
La città da cui si allontanava l'hippie è il Cimitero del Sogno di Libertà incarnato (come dice Hansen nel suo ultimo magnifico discorso) dai due motociclisti, e purtroppo il Tempo mostrerà come la Libertà che si iniziava a respirare all'Epoca sia stata uccisa, non con un fucile come accade a Billy e America, ma col denaro, appunto.

Un Capolavoro, che contribuì ad abbattere le concezioni rassicuranti del cinema classico hollywoodiano, dove, oltre al quasi obbligatorio happy ending (qui drasticamente negato), tutto doveva essere al servizio della Trama e ciò che si mostrava doveva essere essenziale alla comprensione di essa.
In questo Film Hopper rovescia queste regole, adoperando un montaggio ardito, sperimentale, disorientante, frammentario, psichedelico (da studiare i passaggi, soprattutto nella prima parte, da scene notturne a scene diurne e viceversa, con una transizione basata sull'alternanza rapida di fotogrammi presenti ad una e all'altra sequenza) e dedicando ampio spazio a riprese documentaristiche inutili ai fini della trama ma essenziali per la Meravigliosa riuscita dell'Opera.
La Fotografia gioca splendidamente con luci e ombre proponendo colori spesso naturali e suggestivi, specialmente nella prima parte dominata da esterni.
Il Cast è superlativo: i due protagonisti Captain America e Billy sono interpretati supebamente da Peter Fonda e Dennis Hopper (rispettivamente anche produttore e regista del film, nonché autori insieme a Terry Southern della sceneggiatura), tanto diversi nel carattere (riflessivo e pacato il primo, espansivo ed impulsivo il secondo) e nell'aspetto quanto inseparabili nel desiderio della Libertà e nel Destino da loro stessi riservatosi con l'errore di abbandonarsi al denaro.
Indimenticabili i comprimari che i due protagonisti trovano durante il loro viaggio, in particolar modo il giovane e ambiguo avvocato Hansen di Jack Nicholson, spirito Libero imprigionato nel fastidioso ruolo di figlio di papà ma che, una volta liberatosi, si troverà impreparato al Mondo trovando la morte per mano di redneck ottusi (ma abbastanza svegli da capire che Hansen, per la sua duplice natura, è l'obiettivo ideale nel terzetto).
Degno di nota anche il reparto femminile, dalle hippie sessualmente libere alle prostitute prigioniere del sesso, passando per le ochette di città tanto attratte dai ribelli quanto perfettine e limitate di spessore.
Per concludere con il reparto attori, non si possono dimenticare sicuramente gli 'antagonisti', ovvero i redneck e le autorità, il cui aspetto marcio non è niente in confronto alla loro ottusità mentale e alla loro pericolosità (e che, a quanto pare, erano degli autentici redneck veramente ostili ai 'capelloni').

Termino citando la Leggendaria Colonna Sonora che, da "Born to be Wild" degli Steppenwolf al già citato "Ballad of Easy Rider" (scritta da Bob Dylan), coronano un'Opera d'Arte che non si può non amare in quanto Pilastro del Cinema!

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati