Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
E' uno di quei film per i quali bisogna mettersi lì con un po' di buona volontà, ma che tuttavia poi lasciano decisamente appagati. Si tratta di una specie di poesia per immagini, o di un collage di ricordi e momenti della vita di un certo personaggio, praticamente senza trama. Questo personaggio, questo bambino e poi uomo, rimane però quasi sempre al margine degli episodi narrati; da adulto quasi sempre fuori campo e presente solo attraverso la voce. Tarkovskij riesce a toccare spesso (chissà come ci riusciva) le corde del cuore, e la poesia affiora umile dai personaggi e dagli scenari naturali. Si possono forse riscontrare due ambiti: quello dell'infanzia, isola felice e perduta nel passato, luogo degli affetti familiari, dell'innocenza e della tenerezza; quello della vita adulta, irto di problemi, contrasti, egoismi, e rimpianti. Un altro tema che compare spesso è quello del divorzio, più in particolare dell'abbandono da parte dell'uomo (il protagonista?) di moglie e figli, sembra per mero egoismo e durezza di cuore. In questo film Tarkovskij raggiunge il delicatissimo equilibrio di assenza di trama, poesia, riflessione, umiltà autoriale, senza toccare mai la pesantezza o, benché non tutto si riesca a capire, l'astruseria. Lo stesso equilibrio non riuscirà a raggiungerlo secondo me in Nostalghia. E' un film che ci chiede di mettere da parte pigrizia e desiderio delle attrattive più immediate ed istintive; fatta però questa piccola fatica, non delude affatto.
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