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Il tempo della mietitura (Inizio d'estate)

Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film

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La recensione su Il tempo della mietitura (Inizio d'estate)

di Antisistema
10 stelle

In una società che corre all'impazzata il cinema di Yasujiro Ozu è diventato un oggetto misterioso quanto inattuale, la critica lo esalta a livelli massimi, ma il regista è sicuramente fuori dai gusti del cinefilo medio, non solo per la barriera culturale ma anche per la frattura che separa il mondo odierno da quello degli anni 50'. La chiave di volta per penetrare nell'universo Ozuiano consiste proprio nell'addentrarsi in tale frattura, che generazione dopo generazione è destinata a ripetersi in un ciclo che non avrà mai fine se non quando ci sarà l'estinzione del genere umano.

Gli anziani di Ozu vivono la vita cercando di godere il massimo giorno dopo giorno, accettando stoicamente le avversità cercando di trarre sempre un qualcosa di positivo da esse; i figli lavorativamente appagati e sistemati a livello familiare sono la massima gioia per gli anziani genitori, ma al contempo anche un qualcosa per cui dispiacersi visto che questo significa dover essere soli in futuro.

È un ciclo che si ripete come le stagioni, una legge non scritta che scorre perpetua, il sacrificio della solitudine dei genitori anziani sull'altare della maturazione dei figli divenuti finalmente indipendentemente i quali un giorno a loro volta divenuti anziani dovranno essere vittima di tale situazione. Immutato dai canoni imposti con il capolavoro assoluto Tarda Primavera (1949), il cinema di Ozu si è sempre mosso nel segno della ripetizione di quegli elementi codificati, giungendo forse ad essere eccessivamente ripetitivo e monotematico con poche varianti, questo Il Tempo della mietitura (1951), tramite una narrazione corale fortunatamente si discosta dal solco tracciato dal maestro, per esplorare sicuramente argomenti in parte già noti, ma in modo nuovo per il suo cinema.

 

scena

Il tempo della mietitura (Inizio d'estate) (1951): scena

 

Posto che la ripetizione è elemento cardine e connaturato al suo modo di fare cinema, non vuol dire che la ripetizione di un qualcosa significa necessariamente, che essa avvenga sempre in modo identico nelle situazioni; ogni generazione seppur viva i medesimi avvenimenti non significa che affronti tutto questo nel medesimo modo; la seconda guerra mondiale è stato uno spartiacque decisivo nell'evoluzione sociale Giapponese, introducendo in essa numerosi cambiamenti di costume presi dalla società occidentale. I bambini si dimostrano vivaci contestatori dell'autorità dei genitori in costante ribellione verso una tradizione sentita sempre più estranea, a cominciare dal largo uso di abiti occidentali; mentre gli adulti sono in sospeso tra un'educazione rigida in gioventù e un presente che è differente da ciò a cui sono stati educati ed infine gli anziani, i custodi della tradizione innanzi ad un'evoluzione sociale che non sentono più propria e con lo sguardo rivolto in contemporanea sia ad un passato che non c'è più e sia verso l'orizzonte odierno difficile da decifrare.

In questa intricata situazione di molteplici sentimenti, Noriko (Setsuko Hara), è una donna di 28 anni con un buon lavoro come segretaria, ma vittima di una tradizione che vuole che a quell'età ci si debba sposare e con un buon partito, nella scelta del futuro marito la famiglia, parenti e addirittura conoscenti, arrivando non di rado a scegliere il candidato migliore tramite un vero e proprio incontro combinato (miai in giapponese). Ma come detto in precedenza, Noriko è una donna di nuova generazione, che non può accettare le idee della propria famiglia tacitamente e per questo giunge allo scontro con essa, specie con il fratello Koichi (Chishu Ryu), a sua volta già sposato.

 

scena

Il tempo della mietitura (Inizio d'estate) (1951): scena

 

Tutto questo è presentato con un tono narrativo calmo e sostenuto, comportamenti e gesti formali dei personaggi (a cominciare dal sorriso di Noriko ad ogni replica, che soffoca l'intimità delle proprie emozioni che esplodono liberamente solo nel finale), dialoghi quotidiani in situazioni tipiche della vita di tutti i giorni e catturati da una macchina da presa posizionata sempre in basso a mezza altezza, la posizione migliore per catturare la normalità della vita familiare e dei suoi componenti.

Quando il grano è oramai giunto a maturazione, deve essere necessariamente mietuto ad un certo punto e così Noriko pur imponendo lei una scelta, deve comunque piegarsi alla scelta della vita coniugale.

Il matrimonio è una scelta che comporta un sacrificio di sé verso l'altro, portando inevitabilmente alla disgregazione del nucleo familiare tenuto insieme per l'ultima volta da una foto ricordo che diventerà cimelio di famiglia, testimone di un'epoca passata dove l'aggregazione familiare era un valore indispensabile, mentre il progresso ha portato alla sua disgregazione, giungendo oggi all'assurdo che in molte famiglie di tre o quattro componenti, ognuno viaggia per conto proprio senza una linea comune.

Ozu non ha potuto vedere con i propri occhi le conseguenze del mutamento sociale dell'istituzione familiare, ma sicuramente temeva questa deriva nefasta. Come può d'altronde una società odierna apprezzare un cielo azzurro commentando magari tale visione con la propria partner di vita, se corre all'impazzata nei ritmi frenetici della vita odierna, magari guardando il cellulare o ascoltando tramite le cuffie musica a palla.

Con un mondo impostato su queste coordinate, il cinema di Ozu diviene tremendamente ostico da vedere ed assaporare, con i suoi ritmi dilatati ed una quotidianità totalmente avvulsa da qualsiasi concezione odierna.

 

scena

Il tempo della mietitura (Inizio d'estate) (1951): scena

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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