Regia di Ron Shelton vedi scheda film
Nell’aprile del 1992, quando i quattro agenti bianchi che pestarono l’automobilista nero Rodney King furono assolti, Los Angeles si infuocò. Prima, durante e appena dopo, si svolge la solita vicenda di poliziotti corrotti (Russell, in forma, e Gleeson), poliziotti all’apparenza integerrimi ma non proprio santarellini (Rhames, un po’ sprecato), giovani reclute aperte all’influenza del male (Speedman). “Solita”, una volta tanto, in senso buono, perché “Dark Blue” (quanto è brutto il titolo italiano) è un ruvido poliziesco come si facevano una volta, sporco, anche tirato via (volutamente), però lontano dalla plasticità inodore del thriller contemporaneo. Proiettati verso un passato di genere che gente come Lumet sapeva sviscerare in ogni sua piega, Shelton, che non è un autore ma comunque capisce di cinema, lo sceneggiatore David Ayer (”Training Day”) e James Ellroy (suo il soggetto), ci fanno (ri)vedere un abisso, senza grandi pretese di grandi verità sull’uomo o sul mondo che non siano mai state enunciate, ma con bella determinazione. E non fuggono, giustamente, di fronte all’intimismo e al sentimento. Ottime le sequenze ambientate durante le rivolte in strada, tra fumo e rabbia, carpenterriane nello spirito. Vincitore del Noir in Festival 2002.
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