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La morte ha sorriso all'assassino

Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film

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La recensione su La morte ha sorriso all'assassino

di cheftony
2 stelle

1906: una ragazza bionda, Greta (Ewa Aulin), muore improvvisamente e il fratello Franz (Luciano Rossi), segretamente innamorato di lei, non si rassegna alla sua scomparsa.
1909: una carrozza si rovescia nei paraggi di una villa; il cocchiere muore orribilmente trafitto da una stanga, mentre la passeggera è soltanto priva di sensi. Questa è identica a Greta e sembra abbia perso la memoria dopo l'incidente. I coniugi Walter Von Ravensbruck (Sergio Doria) e Eva (Angela Bo), padroni della villa, la ospitano e si prendono cura di lei.
Nei giorni successivi i due si innamorano entrambi di Greta avviando uno all'oscuro dell'altra una relazione sessuale con l'ospite, mentre il dottor Sturgess (Klaus Kinski), dopo aver visitato la giovane, si interessa allo strano ciondolo che questa porta al collo (su cui è scritto proprio il nome Greta) e prosegue i suoi esperimenti per riportare in vita i morti; presto, però, tutti i personaggi coinvolti si ritrovano uccisi uno per uno e spetta al commissario (Attilio Dottesio) far luce sugli avvenimenti e sulla misteriosa Greta...

La morte ha sorriso all'assassino è uno dei primi film di Joe D'Amato, pseudonimo che Aristide Massaccesi cominciò ad utilizzare solo dopo alcuni lavori e con cui è diventato celebre, e si tratta del suo primo horror, che getta più di un'occhiatina alle opere del maestro Mario Bava degli anni trascorsi. Massaccesi è poco più di un umile artigiano con qualche ideuzza discreta e, ad eccezione di una bella fotografia da lui stesso curata, il risultato si vede; è un film modesto e sfilacciato, dalla trama confusa e non appassionante, con una regia scarsa ed interpreti che, ripescati principalmente dal filone western, sono per la maggior parte impresentabili e statici, con il solo Dottesio a salvarsi ed un inspiegabile Kinski, reduce dal suo primo successo come protagonista in Aguirre, furore di Dio di Herzog e attore di tutt'altra caratura rispetto ai colleghi qui presenti, che compare solo per una manciata di minuti in una parte poco incisiva. Si segnalano, inoltre, una colonna sonora ipnotica ma inoffensiva di Berto Pisano e diverse scene di erotismo, con audaci accenni a incesto e amore saffico, quasi riuscite e comunque decisamente lontane dalla mera pornografia, che diventerà presto il genere prediletto da D'Amato. Pessimi, inoltre, gli effetti speciali (domestici, ovviamente...si apprezza tuttavia l'arte di arrangiarsi) e gli stacchi di montaggio per mostrare in maniera alternata la Greta biondina e sorridente e il suo volto cadaverico.
Va sottolineato che, come tutti i film di Massaccesi, si tratta di un lavoro a basso costo e scarsi mezzi, ma questa non può essere una giustificazione per un film che fa acqua da tutte le parti e non dimostra neanche una stilla di talento autoriale e registico.

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