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Rue barbare

Regia di Gilles Béhat vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Rue barbare

di John_Nada1975
5 stelle

Chi accosta questo film come a volte si legge, a "Mad Max" e "1997: Fuga da New York", deve essersi evidentemente fatto una bella serie di correttini alla grappa, poiché è come scrivere che "Oasis of the Zombies" di Jesus Franco ha qualcosa di David Lean, solo perché ambientato nel deserto.

Non che sia totalmente da buttare, molto sopravvalutato e dalla fama fuorviante sicuramente sì(perché ad esempio veicolarlo come "film sulla violenza alle donne", che è solo uno dei tanti spunti e pure secondario, come se invece che distribuito nelle sale italiane del 1985, lo fosse oggi che su questi temi ci si fa una costante opera di rieducazione forzata delle masse?), ma le suggestioni da postatomico sono davvero velleitarie e solo per chi le vuole esagerare(la tuta nera con casco da Max Rockatansky indossata in una scena dalla moglie del protagonista Corinne Dacla? E' la tuta da saldatore con casco e visore di protezione, del marito) per forza. Ambientato in una periferia taglieggiata da una gang di trafficanti di droga capitata dal buon attore Donnadieu nei panni di un cattivo a dir poco sopra le righe e pittoresco, ex compagno di scorrerie giovanili del ravveduto e lavoratore alle ferrovie "Chet",(Donnadieu scomparso come il protagonista Giradeau più meno alla stessa età e nello stesso anno[2010]), forse siamo in un futuro prossimo al 1983, per certe stranezze come la polizia con strane uniformi "americane" e in macchine borghesi come una Ford Pinto., e per quasi nessun altro elemento, se non i costumi dei teppisti tra Ken il Guerriero(gli avambracci di cuoio e lame taglientiRusty il selvaggio. Troppo verboso e inconcludente, alla ricerca di qualcosa nella psicologia dei personaggi che quasi mai convince e coinvolge per una buona ora di pellicola, si riscatta un poco negli ultimi trenta minuti abbastanza violenta e trucida, di scatenante violenza e ira del fin lì "buono" e mansueto protagonista "Chet" Giradeau, che tutto aveva in precedenza sopportato. Ma spreca anche colpevolmente attori del calibro di Michel Auclair nella parte del padre con buoni spunti e a volte bei dialoghi dal romanzo di David Goodis,ma poco metraggio utile rispetto ad altri personaggi più macchiettistici e tediosi, come la mignotta smagata della Courval.Sprecato invece del tutto un grande cattivo del cinema francese qui in un ruolo "positivo" ma poco convincente e rabberciato, quale Jean- Pierre Kalfon.

Abbastanza bella la colonna sonora tra rock francese e nuova canzone cantautorale anni '70 delle periferie. Ricercata e in cerca di preziosismi in linea con l'estetica post-Punk ottantiana, scenografie piene di neon e luci colorate stroboscopiche, come nel locale discoteca e postribolo, della prostituta impersonata da Christine Boisson

Non eccezionali ma neanche cattive le luci negli interni. Bene scelti gli scorci urbani di periferie ora moderne ora tra vecchie costruzioni industriali in disuso, e capannoni da fabbriche dei tempi del Fronte Popolare.

 

John Nada

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