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Dracula

Regia di John Badham vedi scheda film

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La recensione su Dracula

di maso
8 stelle

La mia stima sconfinata nei confronti di John Badham aumenta ogni qual volta mi approccio ad un suo film che mi era sfuggito, anche per questa versione di gran classe del Dracula di Stoker ho goduto del suo indiscutibile mestiere e delle scelte stilistiche che avevo apprezzato durante la visione di "Saturday night fever" e "Tuono Blu" due film diametralmente opposti per esigenze di regia, nel caso in questione tali esigenze sono ancora diversissime poichè il suo "Dracula" oltre ad avere una chiara matrice horror è un film tratto da una fortunata rappresentazione teatrale che raffigurava il leggendario conte vampiro come un uomo di grande fascino e potere seduttivo oltre che un'anima dannata alla ricerca di una pace terrena sofferta ed improbabile.

Il protagonista a Broadway era Frank Langella e fu proprio la sua caratterizzazione dopo ripetute visioni a convincere Badham di voler realizzare questo film con il medesimo attore che aveva suscitato nelle spettatrici una nuova chiave di lettura per un personaggio da sempre considerato un mostro: la sessualità e l'arte di seduzione.

Badham voleva girare il film in bianco e nero per creare un trail d'union fra le precedenti realizzazioni con Bela Lugosi ma i produttori imposero il colore e per usare un eufemismo potremmo dire che il film è un bianco e nero a colori nella meravigliosa fotografia di Gilbert Taylor dominata dai toni neutri, i grigi opachi del cielo di Gran Bretannia, perfino l'erba ed i mattoni delle case sembrano sbiaditi e non ci è mai concesso di gustare un blu sgargiante o un qualsiasi colore caldo se non uno sporadico rosso che sgorga dalle vene dei personaggi e da un riflettore che avvolge magicamente il morso di Dracula a Lucy che attraverso le movenze di Langella e della Nelligan sulla atmosferica musica di John Williams assume una valenza sessuale o più precisamente un atto d'amore del romantico principe della notte.

La storia non si discosta gran che dalla matrice originale ma valorizza più che in altri film il conte vampiro che come detto Langella caratterizza più con charme che con inquietudine senza però impoverirlo del suo aspetto mostruoso e magico poichè il potere ipnotico e le trasformazioni sono rese ottimamente da raffinati effetti speciali ancora oggi validissimi ben supportati dai perfetti movimenti di macchina di Badham: il salto dalla finestra di Dracula lo trasforma automaticamente in un lupo mentre l'apertura dell'immenso mantello coincide con il volo di pipistrello dalla sommità della scalinata.

Il film gode di un folto cast di professionisti dietro e davanti alla macchina da presa fra i quali un già malato Olivier nel ruolo di Van Helsin e questo è un altro motivo per dargli un'occhiata visto che è una delle ultime interpretazioni di questo attore immenso come sempre impeccabile nonostante le precarie condizioni di salute.

Il pregio migliore è quindi l'assoluta professionalità di tutti coloro che hanno lavorato a questo aggiornamento di una storia raccontata all'infinito al cinema e non a caso il film a livello tecnico è un vero gioiello, il difetto più grande è forse di aver privilegiato più l'aspetto emozionale della storia trascurando i brividi sulla schiena che a conti fatti non sono poi molti in una sceneggiatura non sempre all'altezza di tutto il resto.

Se starete attenti vi accorgerete come non c'è una inquadratura una che mostra le zanne sanguinanti del conte vampiro anche se di controaltare ce ne sono parecchie delle sue vittime femminili, questo lo si deve a due clausole dettate proprio da Langella che impose questa sua richiesta di non voler mai mostrare la bocca del vampiro con le zanne acuminate oltre a non voler partecipare nei panni del conte Dracula ad alcuna pubblicità per il film.

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