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I sette peccati capitali

Regia di Registi vari vedi scheda film

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La recensione su I sette peccati capitali

di mm40
4 stelle

I sette peccati capitali raccontati in sei (!) scenette: un avaro irascibile ritrova il portafogli perso, ma non cambia abitudini; una ragazza non più ricca, ma orgogliosa, partecipa a una festa della buona società nascondendo la sua situazione di indigenza; un uomo goloso rifiuta le avances di una contadina preferendole un gustoso formaggio; una 13enne racconta di essere stata messa incinta da un uomo piacente: appena la ragazzina ammette di essersi inventata tutto, sua madre cede alla lussuria con quello stesso uomo; una donna invidia le attenzioni che il marito pittore riserva alla gatta di casa; il diavolo manda sulla Terra un'epidemia di pigrizia, ma gli uomini diventano talmente pigri da non fare letteralmente più nulla.


Sei episodi (!) per raccontare i sette peccati capitali; pare evidente che qualcosa, durante la lavorazione, deve essere andato storto. Forse un improvviso taglio drastico del budget, forse la defezione imprevista da parte di un regista, eppure alla fine I sette peccati capitali conta solamente sei cortometraggi di altrettanti differenti autori, con l'episodio di Eduardo De Filippo a cui vengono affidate contemporaneamente sia l'avarizia che l'ira. È poi la volta di Roberto Rossellini, di Claude Autant-Lara, di Jean Dreville, di Yves Allegret e di Carlo Rim, con i raccordi tra una parte e l'altra firmati da un settimo regista (!) e cioè George Lacombe. Tantissimi i nomi di rilievo impiegati tra cast tecnici e artistici; ci si limita qui a notare la presenza tra gli attori di Paolo Stoppa, Isa Miranda, Michele Morgan, Frank Villard, Louis de Funes, Maurice Ronet, Gerard Philipe ed Eduardo De Filippo, con il pittore Orfeo Tamburi utilizzato da Rossellini nel suo L'invidia, per la prima e ultima volta interprete in un film. Non tutti gli episodi sono allo stesso livello, come sostanzialmente sempre accade per questo tipo di pellicole; sicuramente più compiuti di Eduardo e di Allegret (La lussuria), mentre piacevolmente sopra le righe è quello di Dreville (La pigrizia) e barzellettistico quello di Rim (La gola); anonimo quello sulla superbia girato da Autant-Lara. Due ore e cinque minuti di durata: non pochissimo. Coproduzione italo-francese; curiosamente appena dieci anni (esatti: 1962) più tardi i francesi ci riproveranno, con un nuovo film dal medesimo titolo e ugualmente composto da cortometraggi, affidati stavolta a Godard, Vadim, Chabrol e altri ancora. 4,5/10.

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