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La selva dei dannati

Regia di Luis Buñuel vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La selva dei dannati

di claudio1959
8 stelle

La selva dei dannati è la conferma del talento visionario e surreale di Luis Bunuel e del suo ineguagliabile stile sospeso tra sapida ed amara ironia ed un freddo spirito anarchico.

Simone Signoret

La selva dei dannati (1956): Simone Signoret

Georges Marchal, Simone Signoret, Michèle Girardon

La selva dei dannati (1956): Georges Marchal, Simone Signoret, Michèle Girardon

Simone Signoret, Georges Marchal

La selva dei dannati (1956): Simone Signoret, Georges Marchal

La selva dei dannati Messico-Francia 1957 la trama: In una piccola città sudamericana il governo decide di nazionalizzare le miniere di diamanti grezzi, questa azione genera la rivolta. In questi frangenti drammatici si intrecciano i destini di persone diverse le une dalle altre, che nulla hanno in comune, uno straniero, una donna di facili costumi, un prete ed uno dei cercatori di pietre preziose con la figlia sordomuta. La recensione: La selva dei dannati un film che doveva essere di genere avventuroso, si trasforma in un disperato apologo sulle persone, che cambiano atteggiamento e modo di agire sotto stress psicofisico, durante una situazione di criticità e pericolo. Luis Buñuel analizza in modo freddo, chirurgico e distaccato i rapporti umani e le varie dinamiche sociali su un gruppo male assortito di persone. L’avventuriero Clark interpretato da Georges Marchal, la malafemmina Gin, una strepitosa Simone Signoret, il prete missionario padre Don Lizzardi, interpretato con misura ed introspezione psicologica da Michel Piccoli, il vecchio minatore Castin interpretato da Charles Vanel qui al suo meglio ed infine Maria Castin la figlia sordomuta interpretata da Michèle Girardon, ammirata anni dopo nel nostro paese ne “Il magnifico cornuto” del 1964. Il film ha naturalmente anche toni surrealisti, in una giungla verdissima e con panorami mozzafiato. Inizialmente i nostri personaggi sembrano uniti, ma ben presto il gruppo si sgretola tra rivalità e ripicche, la finta coesione crolla quando troveranno un relitto di un aereo con vivande e preziosi, qui esploderà l’avidità umana ed Il tutti contro tutti, in una drammatica resa dei conti finale. La legge della natura e del caso la faranno da padrone, senza più regole, tutto avverrà per istinto primordiale ed egoista e rivelerà i veri caratteri delle persone. Alla fine ne sopravviveranno solo due l’avventuriero il più coraggioso e forte e la povera ragazza sordomuta. Luis Buñuel partendo da un semplice film avventuroso, lo trasforma e lo rielabora e costruisce abilmente una lucidissima riflessione sulla barbarie umana e la violenza, sulla debolezza degli esseri umani, come sono in un altro film splendido avevo vista rappresentare “Il tesoro della Sierra Madre” del 1948 di John Huston. Il significato del film quindi è che l’uomo ha delle regole sociali che non rispetta, perché l’animo nero prevale sulla bontà ed il rispetto dei propri simili. La sceneggiatura del film è di Luis Buñuel, Luis Alcoriza e Raymond Quenau, la bellissima fotografia smagliante di Jorge Stahl, la colonna sonora di Paul Misraki. Voto 8 Interpreti e personaggi Simone Signoret: Gin Georges Marchal: Clark Charles Vanel: Castin Michel Piccoli: padre Lizzardi Michèle Girardon: Maria Castin

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