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La fiamma del peccato

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su La fiamma del peccato

di Stefano L
10 stelle

Recensione su La fiamma del peccato (1944) di Antisistema | FilmTV.it

 

Dalla vecchia Hollywood, la massima espressione del genere thriller. "Double Indemnity" è cinico, cavernoso, dal ritmo serrato ed irreprensibilmente solido nella trama e nei dialoghi. La storia è stata stilata nel 1930 da James M. Cain, l'autore dell’hard-boiled “Il postino suona sempre due volte”, e la sceneggiatura ha avuto continue revisioni prima di poter essere approvata, ovvero quando finalmente assimilò, in fase di scrittura, delle sfumature allettanti; una coppia di amanti, Walter Neff (Fred MacMurray) e Phyllis Dietrichson (Barbara Stanwyck), per ottenere il “doppio indennizzo” di $50.000, organizza la morte "accidentale" del marito della "femme fatale". Un crimine ingegnoso. Ma perché lo fanno? Sono accecati dalla lussuria e dall'avidità? O ognuno dei due nasconde dei deprecabili interessi? Un alone enigmatico permea il fosco racconto, turbando e sconvolgendo l'astante. La chiave di lettura del film è fondamentalmente questa: uomo debole, donna forte. Barton Keyes (un grandioso Edward G. Robinson) interpreta invece l'ispettore a cui viene commissionata questa sporca faccenda: un anticonformista scaltro e intelligente, il quale si stende sul divano d’ufficio, fuma sigari a buon mercato, e vuole Neff da assistente. Sembra quasi una sagoma paterna, sebbene il suo atteggiamento avrà delle significative metamorfosi psicologiche. L’intùito viene fomentato dal subconscio, in seguito alla messa in pratica (e al fallimento) delle tecniche di routine più usuali. La fotografia di John Seitz, durante l'estensione dell’intreccio, contribuisce a sviluppare uno stile noir avvenente, composto da ombre taglienti, angolazioni bizzarre ed eccentriche inquadrature solitarie. Un approccio artistico ideale che dipana l'atmosfera turpe e disonesta della fredda ambientazione urbana. La chimica tra gli straordinari attori protagonisti funziona magistralmente, mentre la loro ironia nera (sottile e graffiante) si protrae ostinatamente con dei risvolti progressivamente scioccanti e virulenti. Wilder riesce a combinare a meraviglia le ribaltine con gli eventi narrati in sottofondo, grazie ad una direzione impeccabile che ne riflette in maniera inequivocabile il prostrato stato d'animo delle figure in gioco; il risultato rappresenta un caposaldo di uno dei registi americani migliori del ventesimo secolo. "Double Indemnity" è un lungometraggio vivamente consigliato ai cinefili, e naturalmente agli appassionati del filone "Mystery and suspense", i quali probabilmente lo terranno già nella loro collezione di classici come oggetto di culto.

 

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