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Dottor Jekyll e Mr. Hyde

Regia di Victor Fleming vedi scheda film

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La recensione su Dottor Jekyll e Mr. Hyde

di degoffro
8 stelle

Il bene e il male. Due facce di una stessa medaglia, due entità che lottano costantemente e perennemente nell'anima di un uomo, intimamente e profondamente allacciate tra di loro. Partendo dalla considerazione che l'uomo è stato creato debole e fragile, il dottor Jeckill, deciso a non passare la vita a curare tosse canina e orecchioni, scuote e turba il sonnacchioso e agiato ambiente dell'alta borghesia inglese con le sue teorie innovative e provocatorie. "Noi dobbiamo rischiare a volte, essere audaci" cerca di fare capire al direttore dell'ospedale presso il quale lavora, mentre tenta di convincerlo della bontà e validità delle sue tecniche, indispensabili, a suo dire, per guarire un uomo che, in chiesa, ha dato evidenti segni di squilibrio e pazzia. Dovunque però riscontra feroci perplessità ("Quello che riesce su un animale può non riuscire su un uomo: è disumano", gli fa presente seccato ed irritato il direttore dell'ospedale), astio, dubbi, rimostranze e sarcasmo. Soprattutto il padre della sua dolce, paziente ed affettuosa fidanzata Beatrice, sir Charles lo invita a desistere definitivamente dai suoi esperimenti e dalle sue ricerche apparentemente senza senso, per dedicarsi con maggiore passione e scrupolo alla sua attività di medico, in considerazione anche delle imminenti nozze. Ma il suo ambizioso desiderio di penetrare nell'anima, per conoscere il male nascosto in ogni essere umano lo porta a commettere il "supremo sacrilegio". Tramite un liquido di sua invenzione, egli separa in sé il bene dal male e si trasforma fisicamente e moralmente in un vero mostro umano: Mr. Hyde. Osservandosi allo specchio scopre così che il Male è stato in realtà ingannato, perché il Male è bello, non è né dolore né vergogna. Accecato dal successo e dai suoi esperimenti perde la ragione e diventa un bieco assassino di prostitute. Instaura una torbida e malata relazione con Heidi, ragazza di facili costumi, costringendola poi a vivere nel terrore e nell'angoscia ("Se avessi il coraggio mi butterei nel fiume" sono le disperate parole della ragazza ad un'amica). Heidi trema ad ogni bussare di porta, temendo sempre che compaia quel mostro bruto e violento che le ha riempito la schiena di lividi e che ora non la vuole lasciare andare. Si rivolgerà direttamente al dottor Jeckill, cercando aiuto e protezione: "Non è un essere umano: è un diavolo". Heidi nutre profonda fiducia e rispetto per il dottor Jeckill, anche se per un attimo in lei si insinua un dubbio atroce ed incomprensibile, in una sequenza davvero suggestiva ed efficace ("Per un momento ho creduto..." sussurra a Jeckill): quell'uomo così disponibile, dolce, sensibile, paziente e generoso non può per nulla assomigliare al diavolo che l'ha tormentata e violentata, rovinandole la vita e portandola alla disperazione. Jeckill decide di porre fine ai suoi tremendi esperimenti, brucia la chiave del laboratorio per frenare ogni possibile tentazione e programma le nozze con Beatrice. Ma proprio quando tutto sembra volgere al meglio, nella classica notte nebbiosa ed oscura di Londra la trasformazione Jeckill/Hyde avverrà automaticamente, senza controllo, senza che il buon Jeckill possa dominare e sconfiggere il malvagio Hyde. E l'incubo ricomincia fino al drammatico ed ineluttabile finale. Seconda versione sonora del romanzo del 1886 di Robert Louis Stevenson, anch'essa prodotta dalla MGM e ricalcata su quella di R. Mamoulian del 1932, vanta un cast che comprende i migliori attori sotto contratto con la Major. Strepitoso Spencer Tracy (per il Morandini "rigido" in realtà tutt'altro che ingessato ma straordinariamente convincente tanto nei panni a lui più consoni del dottor Jeckill, quanto e sopratutto, in quelli subdoli e melliflui di Mr Hyde, uomo senza scrupoli e pudori, violento e viscido approfittatore, crudele e sottile tentatore, ingannevole e spietato, irascibile e vendicativo, il Male personalizzato in tutte le sue più tremende sfaccettature e tentazioni, perfetta espressione della falsità ed ipocrisia di fondo di una società puritana retta da uno schematico ed insensato moralismo, mantenuto solo a livello di facciata. Inattesa, sorprendente e geniale l'inversione dei ruoli per Ingrid Bergman e Lana Turner: alla candida e rispettabile Ingrid la parte della prostituta, alla esplosiva e torrida Lana quello della pura e verginea fidanzatina del dottor Jeckill. Ricco di riferimenti letterari (il libro che Heidi potrebbe leggere a Mr. Hyde è "Paradiso perduto" di Milton), intriso di implicazioni erotiche e sensuali che lasciano trasparire la palpabile ed evidente frustrazione sessuale dei protagonisti e del loro impomatato e formale ambiente, tenuta faticosamente latente e a freno ("I suoi occhi sono fonti di desiderio" dice il dottor Jeckill a Heidi al loro primo accattivante incontro che culminerà con un bacio, "non per scherzo" datogli dalla donna che, in ricordo, gli consegnerà anche la sua giarrettiera), pieno di elaborazioni psicoanalitiche che portano a due disturbanti e funzionali sequenze oniriche di segno freudiano che illustrano splendidamente gli incubi del folle dottore, dalla lussuosa ed elegante ambientazione vittoriana, con effetti curati da Warren Newcombe di straordinario impatto visivo (le sequenze finali in cui la trasformazione Jeckill/Hide avviene "in diretta" hanno una forza ed un magnetismo davvero notevoli, ancora oggi) e con una bella colonna musicale firmata Franz Waxman. Fleming punta tutto (e vince) sulle finezze psicologiche, sul confronto tra ragione e istinto, controllo e impulsività, sull'arroganza, sulla solitudine e sulla progressiva follia di un uomo schiacciato irrimediabilmente ed inesorabilmente dalla propria megalomania ed ambizione, che arriva a sperimentare le proprie deboli intuizioni su se stesso e non su altri, come ad esempio il dottor Frankenstein, (e proprio per questo forse meno colpevole, più vittima e dunque meritevole di maggiore pietà, compassione e comprensione), sulla colpa e sul desiderio quasi assoluto di scoprire fino a dove può portare la propria presunta scienza. Nel dialogo più bello del film Jeckill domanda ad un uomo: "Se lei avesse un pallone per andare su Marte e il comandante scomparisse per un pò, lei lo prenderebbe lo stesso?" "Se sapessi che quel pallone mi riporta a terra sarei tentato" è la laconica risposta, sintesi perfetta della triste e angosciante parabola del dottor Jeckill, salito troppo precipitosamente e presuntuosamente su un pallone senza capitano diretto su Marte e del tutto incapace di riportarlo a terra.
Voto: 7 e mezzo.

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