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L'amore stregone

Regia di Carlos Saura vedi scheda film

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La recensione su L'amore stregone

di kotrab
8 stelle

L'amore stregone è la terza collaborazione artistica fra C. Saura e il ballerino coreografo A. Gades. Questa volta l'esplorazione-celebrazione della cultura e del popolo spagnoli prende come fonte un caposaldo della musica e del balletto, l'omonima composizione di Manuel De Falla y Matheu (1876-1946) in cui l'autore sperimenta gli studi compiuti nella fucina avanguardista parigina unendoli magnificamente con l'essenza e gli idiomi della musica popolare della Spagna, quella più profonda e autentica, la più "primitiva". Il balletto con canto (1919-'25) che elaborano Saura e Gades è la versione più eseguita, e quindi la più nota, di quella che originariamente era una "gitaneria" in un atto e due quadri (libretto di Gregorio Martinez Sierra) eseguita la prima volta al Teatro Lara di Madrid il 15 aprile 1915, uno spettacolo di musica, recitazione e canto concepito per la cantaora di flamenco Pastora Imperio. Negli anni seguenti De Falla ne approntò altre cinque versioni, compreso il balletto cantato in esame che si differenzia per una trama modificata, ampliamento dell'organico orchestrale, qualche piccolo taglio e diversa disposizione di alcuni brani (un solo esempio: la Danza della fine del giorno della gitaneria diventa nel balletto la Danza rituale del fuoco e assume così una funzione drammatica diversa).
La straordinaria e potentissima musica fallana (diretta in modo eccellente da Jesus Lopez Cobos) è la base di una vicenda cui vengono fatte ancora alcune modifiche per il film; da una durata di circa 25 minuti (naturalmente troppo breve) si arriva ad una di quasi 100: la storia coinvolge tutta la comunità del villaggio, tra feste paesane e duelli; la colonna sonora aggiunge canzoni popolari a mo' di zarzuela, mentre si dà maggior spazio alla recitazione e alle dinamiche tra i personaggi. Il film che ne deriva, a mio parere comunque riuscito, è un po' penalizzato quindi proprio dall'eccessiva dilatazione e da una narrazione a volte frenata da momenti superflui. Alla fine però si resta soddisfatti per la bellezza e la suggestione delle coreografie e di certe scelte scenografiche, un villaggio bidonville avvolto da un'atmosfera a metà tra naturalismo e artificiosità, realtà e mistero, al cui ultimo se da una parte avrebbe giovato un pizzico in più di visionarietà, dall'altra aleggia un che di ambiguità.
Dalla documentazione partecipe di Bodas de sangre - Nozze di sangue e dalla sovrapposizione non definitiva fra doppia rappresentazione e realtà di Carmen Story si arriva con L'amore stregone, sempre all'interno di un teatro camuffato e ancora in preda alla folle passione e al destino, all'evocazione del soprannaturale oltre le barriere sceniche e razionali, senza particolari voli pindarici visivi, ma soggiogati dall'incantesimo di questa musica ossessiva, scabra, ritmica, modale, misteriosa e trascinante, dalle distensioni di incredibile dolcezza. 7 1/2

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