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L'altra donna

Regia di Peter Del Monte vedi scheda film

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L'autore

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La recensione su L'altra donna

di mm40
2 stelle

E il premio per il peggiore 'autore' del cinema italiano di sempre va... a Peter Del Monte! Chiusa la parentesi amena, subito. Si faccia ben attenzione alla parola: autore, non regista, artigiano o generico mestierante; Del Monte ha infatti avuto il grande pregio, mantenuto lungo tutta la sua carriera, di voler proporre un cinema psicologico, raffinato a livello di contenuti e in un certo qual modo personale. Qui, ad esempio, tratta due solitudini femminili (con un elevato tasso di misandria) a confronto, per giungere alla conclusione che nessuna classe sociale, nessuna nazionalità, nessun colore della pelle, nessuna madrelingua e nessuna condizione o abitudine più o meno transitoria potrà mai fare l'effettiva diversità fra due donne: al massimo potrà farne la differenza. E, nella differenza, Olga e Regina si somigliano più di quanto ciascuna delle due potrebbe supporre. La sceneggiatura, come si è visto non priva di sottili sfumature e di sottintesi, è del regista e di Francesco Costa; sembra però che la parte sinistra (scena, azione, movimenti di macchina) sia riuscita decisamente meglio di quella destra (i dialoghi): e questo è una delle principali falle del cinema di Del Monte. Perchè la banalità delle battute messe in bocca agli attori è stratosferica, non c'è alcuna verosimiglianza negli scambi verbali e spesso gli argomenti vengono introdotti ex abrupto, senza preavviso. Ma c'è persino di peggio, e non solo in questo film: in tutta la sua carriera, il regista non ha mai imparato a dirigere gli interpreti; il che può diventare persino disastroso se si considera che spesso e volentieri ha fatto recitare dilettanti o esordienti. Anche in L'altra donna si salvano pochissimi: Marisa Merlini ed Edmund Purdom, senza dubbio, e non è male nemmeno Fantu Mengasha (Regina), che qui debutta e probabilmente chiude anche la sua carriera sul grande schermo. Una curiosità infine sul personaggio di Purdom, dettaglio che rivela la leggerezza in fase di scrittura del lavoro: l'uomo è un americano trapiantato in Italia da molti anni, con una moglie e un figlio, eppure parla un italiano stentato perfino peggiore di quello di Regina, etiope appena arrivata nel nostro Paese: perchè non farlo doppiare o addirittura doppiarlo e spacciarlo per italiano punto e basta? La storia non ne avrebbe affatto risentito e sicuramente il personaggio avrebbe avuto più senso. Scialbe le musiche di Renato Piemontese. 2/10.

Sulla trama

Regina, etiope, arriva in Italia per fare la cameriera in casa di Olga, madre di un bambino vivace e fresca di separazione da un marito ormai distante in tutti i sensi. Le due donne hanno apparentemente poco in comune, ma si scoprono egualmente sole e deluse dagli uomini.

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