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Lousy Carter

Regia di Bob Byington vedi scheda film

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La recensione su Lousy Carter

di luabusivo
8 stelle

bella scrittura per un film dai toni comici serrati. "la sai quella del malato terminale che va dal dottore e gli dice che non ha i soldi per pagarlo..... e il dottore gli da altri sei mesi di vita?"

Lousy Carter di Bob Byington (2023) Locarno 76.

 

Fa strano non trovare titoli americani nel Concorso Internazionale di Locarno.

Al Palaexpo con Lousy Carter diretto dal Texano Bob Byington di (Somebody Up There Likes Me_Premio speciale della Giuria 2012) va in scena la commedia che non ti aspetti di vedere o meglio che spezza il ritmo al Concorso con 80 minuti (durata magnifica!) di dialoghi stretti e pungenti dal sapore amaro come dicono loro dark-comedy.

locandina

Lousy Carter (2023): locandina

Lousy Carter è un docente vicino ai 50 che tiene un corso dedicato al romanzo Il Grande Gatsby presso l’università di Austin: gli vengono diagnosticati 6 mesi di vita.

Lousy (il nome potrebbe essere tradotto in lascivo) è un uomo dal sarcasmo pungente autoironico che riesce a dissacrare anche la sentenza che ha ricevuto tutta la sua esistenza per come la racconta al proprio analista è stata una rincorsa alla sicurezza interiore minata dalla formazione ricevuta dalla Madre e dall’assenza del Padre (fuggito quando Lousy aveva tre anni). La società civile intorno (a tutti noi) non aiuta il nostro ad un rapporto sereno ed esilaranti sono dalle prime battute gli scambi con il dottore e la commercialista dell’ospedale che esige il pagamento immediato delle prestazioni. Gli ultimi giorni di vita del protagonista sono un susseguirsi di incontri dai toni comici dalle persone a lui più care non giungono incoraggiamento o conforto così dalla ex compagna con il morbo di Lyme il gelido amico Kaminski la mamma ricoverata in psichiatria la studentessa Gail o peggio ancora la sorella lontana che non sente da cinque anni sommerso dai debiti e dai giudizi al limite del surreale Lousy senza speranza sprofonda verso il verdetto finale.

Alla Morte della madre l’elogio funebre in sala bowling chiarirà molte delle ansie al protagonista che nel momento della potenziale rinascita vedrà la morte in faccia.

Lousy  è un buono a nulla ombra di sé stesso e incapace che sa fare molto bene tutto questo sull’onda di Fitzgerald remacontrocorrente alla ricerca di un approdo sicuro incurante delle tempeste che lo circondano.

scena

Lousy Carter (2023): scena

Lousy Carter è una commedia amara scritta e diretta con molto garbo fedele alle regole che impone il genere Bob Byington tiene alto il ritmo e il livello delle gags sorretto dall’interpretazione di David Krumholtz (La Ballata di Buster Scruggs /Oppenheimer) attore  perfettamente a suo agio nel personaggio dell’insoddisfatto- pasticcione sovrasta tutti gli antagonisti sia femminili che maschili in un crescendo di battute e riflessioni (a volte sembra di sentire Woody!) ritratto amaro della civiltà occidentale rinchiusa nei propri egoismi riti e standard raffigurati eccellentemente in Kaminski e signora (bravi sia Martin Starr che Locelyn DeBoer) tipica coppia americana radical chic che non riesce a sopravvivere senza la vitalità di Lousy oppure la mediocrità di Gail (Luxy Banner) che non coglie fino in fondo la genialità del protagonista per terminare con la figura dell’analista (Stephen Root) icona e totem delle nostre idiosincrasie ossidate dal tempo che solo l’immaturità sornione di Losey Carter riesce a scardinare.

 

Questa commedia senza sesso esplicitato scorre nei binari del buon gusto tanto cari ai maestri americani (Wilder in primis) divertendo gli spettatori con una attenzione particolare al ritmo del linguaggio ai tempi comici delle battute ovvero quando script e montaggio possono fare la fortuna (o la fine) di un attore.

Da vedere per ridere di se stessi.

 

Lu Abusivo.

 

 

 

 

 

 

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