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Un affare misterioso

Regia di Richard Oswald vedi scheda film

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La recensione su Un affare misterioso

di undying
7 stelle

Il primo horror antologico tedesco, che ha la particolarità di offrire fedeli trasposizioni di opere letterarie di vari autori, compresa una prima riduzione del famosissimo "Il gatto nero" di Edgar Allan Poe. Ogni episodio vede partecipare gli stessi attori in ruoli molto simili (Conrad Veidt, Reinhold Schünzel e Anita Berber).


locandina

Un affare misterioso (1919): locandina

 

In tarda serata un libraio chiude il negozio dopo una lunga giornata di lavoro. All'interno del locale avviene un fenomeno inspiegabile, dato che alcuni quadri sembrano animarsi di vita propria. Tre personaggi raffigurati - la morte, il diavolo e una prostituta - escono dalle cornici dei dipinti, afferrano ciascuno di loro un libro e iniziano a leggere alcuni racconti.  

 

Die Erscheinung (L'apparizione) - da un racconto di Anselme Heine (***)

Una giovane donna in difficoltà (Anita Berber) viene aiutata da uno sconosciuto viaggiatore (Conrad Veidt), che  ne prende le difese dall'ex marito (Reinhold Schünzel). Quando i due decidono di fuggire, soggiornando in un albergo, durante la notte la ragazza scompare. 

 

Die Hand (La mano) - da un racconto di Robert Liebmann (***1/2)

Un fidanzato geloso (Reinhold Schünzel) arriva sino a spingersi al delitto, strangolando un corteggiatore (Conrad Veidt) della sua amata (Anita Berber). Molto tempo dopo aver commesso l'omicidio, verrà perseguitato dallo mano della vittima, che sembra seguirlo ovunque tenti di fuggire. 

 

Die Schwarze Katze (Il gatto nero) - da un racconto di Edgar Allan Poe (****)

Un marito alcolizzato (Reinhold Schünzel) e geloso della bella moglie (Anita Berber), dopo averla scoperta in compagnia di un gentiluomo (Conrad Veidt) la uccide, nascondendone il cadavere in cantina, senza accorgersi di averlo murato assieme a un gatto.

 

Der Selbstmörderklub (Il club dei suicidi) - da un racconto di Robert Louis Stevenson (**1/2)

Un uomo presuntuoso (Schunzel) finisce per entrare a far parte di un club segreto, il cui obiettivo consiste nello spingere al suicidio i partecipanti di un gioco sviluppato su macabre scommesse.

 

Der Spuk (Lo spettro) - da un racconto di Richard Oswald (***)

Un guerriero ferito (Schunzel) viene soccorso e condotto al castello di un nobile (Veidt). Ben presto la giovane moglie (Anita Berber) dell'uomo, annoiata dalla sedentaria vita coniugale, finisce per provare una forte simpatia nei confronti dell'ospite. Simpatia che non passa inosservata agli occhi del geloso marito.  

 

"Come potremmo vivere in una dimensione totalmente razionale, quando siamo circondati di mistero da tutte le parti? Si dirà: ma la scienza mette in fuga il mistero... Falso. La scienza non fa che spostare il mistero sempre più in là, alza la soglia..."

(Carlo Sgorlon)

 

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Un affare misterioso: (da sinistra) Reinhold Schünzel, Anita Berber, Conrad Veidt, rispettivamente nei ruoli del diavolo, della prostituta e della morte

 

Uno dei primi esempi di cinema fantastico antologico, tra i primi horror tedeschi, ispirato da famosi racconti della letteratura classica (The Black Cat di Edgar Allan Poe e The Suicide Club di Robert Louis Stevenson) e da altri scritti di autori contemporanei (opere di Anselma Heine, Robert Liebmann e dello stesso regista, Richard  Oswald). I racconti, fedelmente adattati al mezzo cinematografico, presentano gli stessi tre attori (anche nei panni del diavolo, della prostituta e della morte) in ruoli pressoché sovrapponibili essendo, di cinque storie, quattro impostate attorno ai medesimi, eterni, drammi umani (tradimento, gelosia e vendetta). In genere - fatta eccezione per l'ultimo episodio - il seducente amante della moglie di turno (Anita Berber) è Conrad Veidt, mentre l'infelice parte del marito tradito tocca a Reinhold Schünzel. Uscito in Germania nel novembre del 1919, con divieto ai minori, nonostante una certa ripetitività dovuta alla presenza di un cast limitato di numero e considerato l'argomento quasi identico tra un episodio e l'altro, Un affare misterioso si segnala per ospitare, con molta probabilità, il primo adattamento filmato del celebre racconto di Edgar Allan Poe, Il gatto nero [1]. Oswald, nel 1932 ne ha girato un remake sonoro, dal titolo omonimo (in origine, Unheimliche Geschichten). L'importanza di un'opera come questa sta anche nel fatto che rappresenta un documento storico, un ritratto di un'epoca ormai dimenticata nella quale, un attore come Veidt, nemmeno ventiseienne al momento delle riprese, sembra dimostrare almeno il doppio d'età. 

 

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Un affare misterioso: Conrad Veidt e Reinhold Schünzel nell'episodio Der Selbstmörderklub (Il club dei suicidi)

 

Curiosità 

 

Nel segmento intitolato Der Selbstmörderklub (Il club dei suicidi), all'ingresso del locale riservato al gioco è esposta una frase italiana estratta dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Presenta un refuso, essendo stata così trascritta: "Lasciate ogni speranza voi qu'entrate".

 

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Un affare misterioso: Reinhold Schünzel e Conrad Veidt 

 

Conrad Veidt: l'uomo che rideva... piangendo

 

Nato a Potsdam (Germania), il 22 gennaio 1893, Conrad Veidt inizia l'attività nel mondo dello spettacolo lavorando in teatro a Berlino. Successivamente ricopre come interprete il suo primo ruolo su un set, presenziando in Der Weg des Todes (1917). Al tempo delle riprese di Unheimliche Geschichten, per quanto già presente in diverse pellicole, non è ancora un attore famoso. Lo sarebbe comunque diventato di lì a breve, quando l'anno seguente (1920) sarà protagonista di un classico perpetuo del cinema espressionista, Il gabinetto del dottor Caligari, diretto da Robert Wiene. In un paio di occasioni, durante questa fase iniziale della carriera, tenta di dedicarsi alla regia (nel 1919 dirigendo Wahnsinn, l'anno seguente Die Nacht auf Goldenhall). Conrad abbandona il suo paese, assieme alla terza moglie ebrea, quando il nazismo ha ormai raggiunto il potere, trasferendosi prima nel Regno Unito, quindi negli USA. All'epoca del muto è stato utilizzato solitamente in parti di uomo malvagio, ma le sue migliori performance sono probabilmente quelle che lo hanno visto dare vita a personaggi borderline, ambigui, spesso vere e proprie vittime di un destino sardonico e irrisorio (L'uomo che ride, Paul Leni, 1928). Ha brillantemente saputo adeguarsi all'epocale passaggio dal cinema muto a quello sonoro (dal 1927 al 1930). Attivista contro il regime dittatoriale tedesco (sia partecipando in opere antinaziste tipo Contrabbando, diretta da Michael Powell nel 1940, sia finanziando la campagna bellica contro la Germania), Veidt muore prematuramente a soli 50 anni, nel 1943, stroncato da un infarto mentre partecipa a una partita di golf.

 

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Conrad Veidt nei tragici panni di Gwynplaine, protagonista del classico, intramontabile, L'uomo che ride (Paul Leni, 1928)

 

Visto censura 

 

Dal sito "Italia Taglia" apprendiamo che Un affare misterioso ha ottenuto il nulla osta (n. 29465), per regolare distribuzione nelle sale cinematografiche, solo molto tempo dopo la realizzazione, nel mese di febbraio del 1937. Il visto censura è stato richiesto, nel gennaio dello stesso anno, dalla società di distribuzione Italgloria di Federico Ponzano.

 

Metri di pellicola: 2272 (circa 83' a 24 fps).

 

 

NOTA

 

[1] Ritenuto erroneamente ispirato da Poe è anche il successivo Il gatto nero (1920), realizzato in Italia dal francese Charles Krauss. In realtà il film racconta una storia completamente diversa, del tutto estranea al testo del celebre scrittore.

 

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Un affare misterioso: Conrad Veidt e Anita Berber 

 

"Delitti assurdi? Ma io le assicuro che delitti come questi, e forse ancor più spaventosi, ne venivano commessi anche prima, e sempre ne sono stati commessi, e non solo da noi, ma dovunque, e, secondo me, fatti del genere si ripeteranno ancora per molto tempo. La differenza sta nel fatto che da noi prima c'era meno trasparenza, mentre ora di queste cose se ne parla ad alta voce e anche se ne scrive, e per questo può sembrare che delinquenti di questo genere siano comparsi da noi soltanto adesso."

(Fëdor Dostoevskij)

 

F.P. 30/05/2023 (durata della versione visionata: 102'51")

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