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Tina Anselmi, una vita per la democrazia

Regia di Luciano Manuzzi vedi scheda film

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La recensione su Tina Anselmi, una vita per la democrazia

di mm40
5 stelle

Classe 1927, cresciuta in un paesino del Veneto, Tina Anselmi visse gli ultimi due anni della seconda guerra mondiale da partigiana, a soli 16 anni; sindacalista e impegnata in politica sin da giovanissima, scalò le gerarchie della DC fino a divenire, nel 1976, la prima donna a ricoprire l'incarico di Ministro (del Lavoro e della Previdenza sociale, per la precisione).


Una figura esemplare, quella di Tina Anselmi, che meritava senz'altro di essere ricordata e raccontata con un lavoro per la televisione di Stato; Una vita per la democrazia, certo, non brilla per fantasia come titolo, ma d'altronde tutto il prodotto sembra essere stato svolto come un compitino. Un compitino che punta alla sufficienza, con una ricostruzione storica assolutamente verosimile ma sempre un po' approssimativa, nel segno degli standard del piccolo schermo: come dire, va bene l'impegno, ma non facciamo venire mal di testa agli spettatori. La sceneggiatura è di Monica Zapelli con la collaborazione di Marta e Ilaria Storti: tre donne che scrivono un film su una donna è qualcosa di molto raro in Italia, ma d'altronde potevano esserci pochi personaggi più adatti di Tina Anselmi a ricevere questo tipo di accortezza. Luciano Manuzzi, oramai esperto nel confezionare fiction televisive, approfitta della disponibilità degli archivi Rai e inserisce in vari punti del girato alcune sequenze d'epoca che, idealmente, integrano il discorso del lavoro. Nel cast: Sarah Felberbaum, Alessandro Tiberi, Andrea Pennacchi, Sara D'Amario (Nilde Iotti), Gaetano Aronica (Aldo Moro). 5/10.

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