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Saltburn

Regia di Emerald Fennell vedi scheda film

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La recensione su Saltburn

di mck
7 stelle

Sapore di Sale.

 

 

Un film (scritto da Guadagnino e diretto da Ozon/Trier), quest’opera seconda di Emerald Fennell (“Killing Eve 2”, “Promising Young Woman”), che non “sembra un romanzo di Evelyn Waugh”, consapevolmente ri/stra-colmo di omaggi, citazioni, rimandi, riferimenti, derivazioni ed interlacciamenti nascosti...

 


– “the Go-Between”, ribaltato; “Teorema”, inconsapevole; “A ClockWork Orange”, stilisticamente formale; “Barry Lyndon”, naturalmente sostanziale; “the Shining”, ingombrante; Percy Bysshe Shelley e Georg Friedrich Händel, scopertamente impalpabili (il subliminale doppelgänger di Felix che a un terzo di film passa attraversando da sx a dx lo specchio della finestra che dà sul giardino alle spalle di Venetia e “Oliver Quick (and Nathan the Prophet anointed Solomon King)” al posto di “Zadok the Priest” prima del “God Save the King, Long Live the King” tra un “Amen” e un “Hallelujah” durante il rullo dei titoli di testa: una premonizione rispetto al «Happy birthday to you! Happy birthday to you! Happy birthday dear... "Shit! I can't remember his name..."») –

 


...in bella evidenza, ma forse involontariamente risaputo (e meccanicamente improbabile), e che alla fine - sembrando sempre sul punto di rivelarsi quale un revenge-movie [cosa che alla fine forse è, ma dal PdV stiracchiato della classe media piccolo-borghese: ché, per intenderci, "Parasite" (on the DanceFloor) è tutta unaltra roba], ma fermandosi sul podio dell’emancipazione subdolamente rapace - convince e pacatamente sollazza senza esaltare manco un pochetto.

 


La storia, e chi la visse. 2006, Inghilterra indie-slaze fashion-style. Oliver Quick, Teseo & Minotauro (il Barry Keoghan di “the Killing of a Sacred Deer”, “Dunkirk”, “the Green Knight”, “the Banshees of Inisherin”, “Masters of the Air”) oltre che vampiro invitato a entrare nella terra dei Catton/Minosse, quel che resta della talassocrazia dell’Impero Britannico (Rosamund Pike, Richard E. Grant, Jacob Elordi, Alison Oliver, Carey Mulligan, Archie Madekwe), rigovernata dal maggiordomo interpretato da Paul Rhys (fresco Talleyrand nel “Napoleon” di Ridley Scott).

 


Fotografia (35mm in 1.37:1) di Linus Sandgren (Promised Land, American Hustle, Joy, La La Land, First Man, No Time to Die, Don’t Look Up, Babylon), montaggio di Victoria Boydell (“Southcliffe”) e musiche di Anthony Willis (“Promising Young Woman”). Producono Amazon (attraverso MGM), che distribuisce in tutto il Resto del Mondo al di fuori del Regno (all’interno del quale agisce Warner), assieme alla LuckyChap di Margot Robbie & C., alla stessa Emerald Fennell e ad altri.

 

 

Taste of Salt.  

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