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Io e il Secco

Regia di Gianluca Santoni vedi scheda film

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La recensione su Io e il Secco

di pazuzu
6 stelle

Il regista ha talento, e si vede nei momenti migliori del film, che sono quelli nei quali la strana coppia interagisce, mettendo in moto un giro di emozioni che divengono il fulcro di un percorso di formazione che si sviluppa in ambo i sensi.

 

 

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Una donna al pronto soccorso, con tre escoriazioni in faccia e un polso rotto, afferma più volte di essersi ferita inciampando in un tappeto. Il medico non la beve, ma davanti alla sua insistenza non si sente di indagare oltre. Poco dopo arriva il marito, che porta via lei e Denni, il figlio di circa dieci anni. Il bambino sa tutta la verità, perché nonostante il padre si premuri di chiudere le porte, le sue urla, le minacce e le percosse arrivano chiare all'esterno. E poco conta se prova a comprarselo con una bici nuova: lui vuole salvare la mamma. A questo scopo le propone di scappare solo loro due, ma dal momento che la risposta di lei è negativa, cerca una soluzione alternativa. Dopo aver scoperto la piccola cassaforte nella quale il padre tiene parecchi soldi, e dopo aver capito, dai discorsi della sua compagna di classe Eva, che il cugino è un 'super' killer che spara alla gente, decidere di andarlo a cercare per promettergli di pagarlo affinché ammazzi suo padre. Peccato però che il Secco - così è soprannominato - non sia il criminale che Denni crede, ma solo uno sbandato con la posa da cattivo e una disperazione tale da accettare l'incarico con il solo scopo di farlo fesso per sottrargli il denaro.

 

 

Io e il Secco arriva da lontano, ovvero dal 2017, quando era solo un soggetto e vinse il premio Solinas. Scritto a quattro mani con la sceneggiatrice Michela Straniero, esce sei anni dopo, ed è per Gianluca Santoni la prima regia sul lungo dopo alcuni premi vinti in precedenza per dei corti. Insomma, il regista ha talento, e si vede nei momenti migliori del film, che sono quelli nei quali la strana coppia interagisce, mettendo in moto un giro di emozioni che divengono il fulcro di un percorso di formazione che si sviluppa in ambo i sensi, con il ragazzino che per la prima volta si trova ad interagire con una figura che, con tutti i limiti del caso, prova a dargli qualcosa (che non siano botte) come un padre dovrebbe, e con il ragazzone che, dopo essersi rifiutato di sostenere la paternità perché infantile, immaturo e egoista, si trova per la prima volta all'interno di un rapporto nel quale, gioco forza, l'adulto e il responsabile non può che essere lui.

 

 

Accanto ai lati positivi, ci sono però anche gli scricchiolii di una scrittura che lascia qualcosa di troppo in sospeso (il riferimento al cattivo rapporto del Secco con il proprio padre è buttato lì e abbandonato, finendo per apparire posticcio), e che soffermandosi oltremodo sull'empatia tra i due personaggi principali (Francesco Lombardo e Andrea Lattanzi, convincenti entrambi), tende a perdere di vista gli altri, che restano perlopiù abbozzati, genitori di Denni compresi, finendo per togliere forza al tema della violenza domestica e per non veder sostenuta e premiata la scelta, in sé lodevole, di lasciare la stessa lontana dalla macchina da presa.

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