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E morì con un felafel in mano

Regia di Richard Lowenstein vedi scheda film

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La recensione su E morì con un felafel in mano

di bradipo68
6 stelle

La cinematografia australiana è sempre stata aliena a certe logiche commerciali e non che caratterizzano la cinematografia anglofona.E questo film conferma con la sua stravaganza la lontananza formale e sostanziale dalle altre cinematografie.E morì con un felafel in mano è un film sicuramente discontinuo ma che spesso si illumina di estro e di visionarietà sicuramente sorprendenti.La storia è quella di un sedicente scrittore e della sua fida macchina da scrivere che si trova a fuggire dai creditori per l'ammontare dei suoi debiti.Premesso che per tutto il film mi sono domandato che cosa fosse un felafel sono rimasto meravigliato dall'estrema padronanza stilistica del regista,francamente a me sconosciuto e dagli sprazzi di assoluta visionarietà di cui è costellato il film.Il quale dal canto suo si conferma oggetto filmico originalissimo e dotato di una simpatica stravaganza che ce lo fa ben volere nonostante alcune cadute di tono durante il procedere.Il senso del film può essere ridotto alla descrizione della vita di un bamboccione trentenne senza arte nè parte alla ricerca di una prospettiva,un percorso di maturazione con infinite deviazioni e note a margine dettate da un gruppo di amici non propriamente raccomandabili per la propria sanità mentale.Non posso dire di avere afferrato tutte le provocazioni lanciate dal film ma a corrente alternata mi sono abbastanza divertito.E subito dopo la visione ho inserito la parola felafel sul motore di ricerca internet per sapere che cosa diavolo è(anche se l'ultima sequenza è abbastanza chiara in questo senso)....Ora lo so ma continuo a non capire il senso...

Su Richard Lowenstein

sprazzi di interessante visionarietà

Su Noah Taylor

non male

Su Emily Hamilton

ok

Su Romane Bohringer

belloccia e bravina

Su Alex Menglet

insomma...

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