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Domenica d'agosto

Regia di Luciano Emmer vedi scheda film

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La recensione su Domenica d'agosto

di Furetto60
8 stelle

Ottimo film di Luciano Emmer. Uno dei primi lavori ascrivibili alla corrente cosiddetta del "neorealismo-rosa"

Al Lido di Ostia, nella  domenica del 7 di agosto,San Gaetano, si intrecciano diverse storie di svariata umanità. Prendono quasi spontaneamente  e magicamente  vita, le vicende dei protagonisti del film, individui le cui vite si incrociano per casualità, ma sempre nell'illusione di un agognato miglioramento. La passione che nasce tra Enrico e Marcella, giovani proletari che si fingono ricchi  per sedursi reciprocamente, una ricca signora che scopre che il suo appartamento sta andato a fuoco, proprio mentre la sua  domestica Rosetta che ha lasciato il ferro acceso causando il rogo, sta litigando con il fidanzato vigile Ercole,a causa della difficile situazione in cui versano,  lei incinta, non ancora sposata e senza casa ,poi c'è Luciana, che ha litigato col fidanzato Renato, accompagnata dal nuovo corteggiatore Roberto, Alberto e Ines, lui vedovo e lei separata, insieme a Cristina, la figlia dell'uomo, che dovrebbe affidare ad una colonia marina, ma non ne ha il coraggio e meno male. Renato, angosciato dalla propria situazione economica, prende parte a una rapina che finisce male. Nell'arco di questa fatidica giornata, le loro storie cominciano ,si sviluppano ,giungono a conclusione, si consumano. È il primo film a episodi a struttura intrecciata di tipo balneare degli anni Sessanta, capostipite di una serie di commedie, che a tutt'oggi continua ad imperversare, ma qui i toni sono ancora piuttosto seri e non scanzonati, è un film che si può ascrivere al filone del neorealismo rosa, i ritmi del racconto sono equilibrati, le vicende  verosimili  e drammatiche.

Il regista confeziona il racconto,compiendo una "full immersion" tra la gente comune, per fare un ritratto, quanto mai credibile della società del dopoguerra, ricca di speranze e illusioni, quella del boom economico, che stava spuntando all'orizzonte,spaccati di vita di un’Italia in piena ricostruzione.La regia indugia nei treni stipati dalle classi popolari, nella fiumana di biciclette e dentro gli abitacoli roventi delle auto dirette verso il mare, non c'era ancora l'aria condizionata, la spiaggia era luogo di svago per ricchi e poveri, che partecipavano a questo  specie di liberatorio rito collettivo, che si praticava nei giorni di festa funestati dalla calura estiva, in un paese, ansioso di lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra.

La critica all’epoca dell’uscita del film fu piuttosto severa, non piacque molto questa incursione del neorealismo in questo ambito per cosi dire leggero,attraverso una transizione,che poi approderà alla commedia di costume,ma qui anche se stemperato dall’ironia, dai toni sfumati e,da un  taglio umoristico e sentimentale, ma mai sdolcinato, il profilo non è superficiale,la narrazione è intensa e partecipe ,dunque sempre di neorealismo si tratta e questo lavoro contribuirà a favorire la nascita della cosiddetta commedia all'italiana

 

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