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Challengers

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su Challengers

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: CHALLENGERS

La prima cosa che mi ha colpito di Challengers è che la sceneggiatura di questo bellissimo film di Luca Guadagnino fatto su commissione è firmata da Justin Kuritzkes, che nella realtà è un noto romanziere-commediografo e youtuber ma soprattutto il marito della regista del momento Celine Song autrice del piccolo gioiello Past Lives.

Ed è molto intrigante vedere come i coniugi hanno affrontato il tema del ménage a Trois che vedono protagonista una rampante, ambiziosa ed esotica donna che giostra i due uomini della sua vita tenendo la propria realizzazione personale come aspirazione primaria.

Se la Song ha trattato la materia in maniera molto zen rispettando le sue origini coreane, lo script di Kuritzkes è fortemente viscerale e sensuale. Sprizza sesso da tutti i pori e grazie al contributo di Luca Guadagnino i tre vertici del triangolo sono trattati in uguale maniera, rappresentando tre relazioni umane e sessuali che si affrontano inevitabilmente al proprio regolamento di conti finale.

Come per Past Lives, la storia d’amore e d’amicizia che vede protagonisti Tashi, Art e Patrick si dipana in tre spazi temporali ben distinti. Solo che Luca Guadagnino li fa rimbalzare come una pallina da tennis sparata a 150km/H (infatti l’incontro principale si svolge nei velocissimi campi duri tipici degli ATP Nord Americani) e di conseguenza anche le storie sbalzano da un punto e un altro buttandoci sul campo una serie di indizi come fosse un thriller sull’amore.

Sul Campo principale si disputa la finale ATP Challenger Tour tra i due ex amici Art e Patrick, vincere il torneo vuol dire ottenere la Wild Card per rientrare nel giro che conta dell’US Open.

Ma quella finale è una vera sfida a duello dove i due cavalier senza macchia e senza paura devono contendersi Tashi che li sta osservando dalla tribuna ed è fortemente combattuta da chi parte stare visto che è la moglie allenatrice di Art ed è fortemente sensibile al fascino di quel “Pezzo di merda” di Patrick.

E così tra un colpo e un altro perfettamente rappresentato dalla soggettiva di Luca Guadagnino, noi spettatori veniamo catapultati a 13 anni prima quando ebbe inizio l’origine del triangolo dove i tre caratteri dei tre vertici sono ben disegnati.

Tashi è la più talentuosa dei tennisti juniores. Nonostante la giovane età è un brand vivente che sa già bene quello che vuole. Essere la numero 1 sia nello sport che nello studio.

A contendersela sono i campioni del doppio Art e Patrick, una coppia di amici che hanno un affiatamento tenuto nascosto anche fuori dal contesto sportivo.

Patrick è quello che hai i numeri per diventare un campione ma una tendenza all’autodistruzione, Art è consapevole che per colmare il gap del talento deve allenarsi, allenarsi e ancora allenarsi.

Ed è per questo motivo che Tashi inizialmente sceglie il più focoso e sexy Patrick, ma dopo l’infortunio che condizionerà per sempre la sua vita (una scena che ricorda moltissimo le ossa rotte di Suspiria) lei sceglierà di insegnare ad Art come si diventa un campione e un marito.

Il terzo elemento temporale si svolge ad Atlanta quando Patrick ritorna fortemente nelle loro vite segnandole in maniera indelebile e che inevitabilmente dovranno essere risolte in un ultimo incontro all’ultimo sangue che ha il ritmo di una Threesome ad alto tasso erotico e passionale.

Luca Guadagnino usa la metafora del tennis per rappresentare al meglio gli splendidi corpi dei tre bellissimi (e bravissimi attori) scelti per rappresentare questa intensa storia d’amore.

Zendaya è una pantera con uno sguardo felino pronta a fare impazzire i suoi due pretendenti, Josh O’Connor e Mike Faist sono statuari e sono in eterna competizione virile sia usando la racchetta che il loro membro (intensa la scena del loro incontro/scontro dentro la sauna dove le loro nudità sono usate come oggetto di sfida).

Challengers è una storia d’amore dove il tormento del melò si mescola ad un erotismo ad alto tasso di sensualità. C’è tanto fisico, c’è tanto sudore e soprattutto c’è tanto desiderio. E di conseguenza, l’incontro finale si trasforma in un atto sessuale a 3 dove nessuno dei protagonisti si risparmia al fine di ottenere un orgasmo simultaneo all’ennesima potenza.

O almeno è quello che ho avuto io guardando estasiato questi 131 minuti più carnali vissuti quest’anno in sala.

Grazie Luca Guadagnino, hai fatto grande cinema.

Voto 8

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