Regia di Amy Heckerling vedi scheda film
Brutto teen-movie, con l'aggravante, imperdonabile, di un cast che avrebbe permesso un lavoro assai migliore. Poche risate, qualche topless peraltro acerbo (anche troppo acerbo per l'America perbenista, ma Hollywood si sa...) e la coralità delegata alla mera contiguità visiva dei banchi di scuola. A volerci scovare qualcosa, ma proprio a volerlo, una velata critica all'epoca nascente del liberismo: dopo la sbornia sessantottina, per i ragazzi di provincia l'integrazione in un'identità globale è affidata ai marchi della grande distribuzione - che frequentano ed in cui lavorano, senza grandi emancipazioni -, cui il regista dedica la carrellata finale.
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