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Adagio

Regia di Stefano Sollima vedi scheda film

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La recensione su Adagio

di alan smithee
7 stelle

Pierfrancesco Favino

Adagio (2023): Pierfrancesco Favino

FESTIVAL DI VENEZIA 80 - CONCORSO

In una Roma circondata da un incendio senza fine e da pioggia di cenere, si consuma un ricatto e la vendetta di tre poliziotti ai danni di un giovane ingenuo. Un giovane squattrinato (il bravo esordiente Gianmarco Franchini), figlio di un ex truffatore soprannominato Daytona (Toni Servillo), viene ricattato da tre poliziotti (Adriano Giannini, Francesco Di Leva e Lorenzo Adorni) e per questo costretto ad intrufolarsi ad una festa segreta nei palazzi del potere per riprendere un politico in situazioni sconvenienti e renderlo ricattabile.

Quando il ragazzo si accorge di essere stato spiato da telecamere nascoste, si dà alla fuga, costringendo i tre poliziotti ad intervenire per farlo tacere, onde evitare di perdere i soldi dell'incarico ottenuto.

Gianmarco Franchini

Adagio (2023): Gianmarco Franchini

Preso dal panico, il ragazzo si rifugia prima presso un ex amico cieco del padre soprannominato Pol Niuman (Valerio Mastandrea), che poi lo dirotta a casa di un ex carcerato afflitto da una malattia grave (Pierfrancesco Favino).

Ma sfuggire ai tre discutibili tutori dell'ordine si rivela una missione davvero percolosa.

Gran ritmo, bella storia, splendidi personaggi cesellati a puntino e un cast di prim'ordine permette al bravo regista Stefano Sollima di tornare in patria dopo due buoni film dmericano, ed impegnarsi nella lode ole conclusione di quella che può essere definita come la trilogia criminale romana.

 

Adriano Giannini

Adagio (2023): Adriano Giannini

Dopo A.C.A.B (2012) e Suburra (2015), Adagio riporta nelle strade romane il bravo e dinamico regista Sollima, capace di dirigere un noir davvero ben cogegnato, ambientato in una capitale prevalentemente sprofondata nelle tenebre ed accerchiata dalla luce sanguigna di un potente incendio che non si riesce a domare.

Un gran cast coeso e motivato riesce a dar vita a personaggi sofisticati, ben delineato, taluni carogne, altri dolenti, loro malgrado votati al sacrificio e persino dalle pieghe epiche.

Un noir incalzante, teso e ben scritto che pare seguire il filone azzeccatissimo di Romanzo Criminale, dell'accennato Suburra stilista e del recente ed assai riuscito L'ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano, sempre con Favino.

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