Regia di Max Hunter (Massimo Pupillo) vedi scheda film
La banda di Thompson assalta una carovana; Bill, testimone involontario, riesce a scappare salvando la vita alla bella Linda. I due rifugiano nel paese vicino, naturalmente in mano agli stessi banditi; Bill dovrà darsi da fare non poco per sgominarli da solo.
Massimo Pupillo, che qui sceglie lo pseudonimo Max Hunter, ha girato una manciata di pellicole minori nel corso degli anni Sessanta, per poi lavorare in televisione (sponda Rai) dagli Ottanta in avanti; nel suo piccolo, pur essendo un nome di scarsa rilevanza all'interno della cinematografia nazionale, viene ricordato però con discreto entusiasmo dai cultori dell'horror, per aver realizzato nel 1965 Cinque tombe per un medium, opera di genere ritenuta di una certa importanza per lo sviluppo del filone nostrano. Questo Bill il taciturno è il suo primo e unico spaghetti western; ricavato da una sceneggiatura firmata Leonide Preaston (in realtà il mediocre Renato Polselli) e Paul Farjon (non risulta un nome d'arte, nè d'altronde autore di altri copioni), il film è un concentrato di banalità e di espedienti tipici del filone, con qualche interprete interessante (il protagonista George Eastman - Luigi Montefiori, ancora alle prime esperienze sul set - e Liana Orfei) e una serie di volti meno efficaci e di caratteristi di serie B (Luciano Rossi, Mimmo Maggio, Spartaco Conversi). Azione orchestrata sufficientemente bene e sufficientemente spesso (con finale rocambolesco all'eccesso), lieto fine telefonato, un'apprezzabile colonna sonora di Berto Pisano: in definitiva, non molto sopra la media dei prodottini analoghi sfornati in quegli anni con ritmi da catena di montaggio. 3/10.
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