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Non per soldi... ma per denaro

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Non per soldi... ma per denaro

di mm40
9 stelle

Un cameraman, colpito durante uno scontro di gioco in una partita di football americano, viene convinto dal suo avvocato (e cognato) a fingersi paralizzato per intascare i soldi dell'assicurazione. L’uomo dovrà combattere fra la sua innata onestà e il portare avanti una fruttuosa farsa.

Quel che riesce a fare Walter Matthau in questo film è semplicemente fenomenale, un manuale dell’attore comico su pellicola: se lui, incontenibile, vincerà poi l’Oscar (inopinatamente per il miglior attore non protagonista, quando in realtà al centro della scena c’è quasi sempre lui), Lemmon, sfruttato di meno, è comunque bravo a rimanere un passo indietro, a contenersi e servire la gag al compagno di set. Billy Wilder e il suo storico sodale I. A. L. Diamond costruiscono qui con la consueta cura e perizia un meccanismo a orologeria pressochè perfetto, una macchina da risate che non si inceppa mai in due-ore-due di proiezione; convincono soprattutto le scritture dei personaggi, dotati di carattere e di profondità psicologica in una maniera raramente vista per una commedia. Forse quello meno sviluppato è quello di Luther Boom Boom Jackson, affidato a Ron Rich, ma va sottolineata senza indugio la ferma volontà di colpire una società, come quella americana, che nonostante i tanto sbandierati valori di uguaglianza, accoglienza e tolleranza delle diversità, ipocritamente prosegue con un silenzioso apartheid. Scioccherella invece Sandy Hinkle – molto brava anche Judi West – che rappresenta l’ennesimo personaggio femminile ‘sotto le righe’ nel cinema di Wilder (ma lo stesso regista si rese conto di avere ritratto per lo più donne leggerine o non particolarmente positive). Ciò che ne viene fuori è insomma un’opera assolutamente gustosa, da assaporare tutta d’un fiato e colma di battute strepitose, che fa del ritmo – ma stiamo parlando di un regista che è da considerare il Maestro di questo tipo di film – il suo punto di forza principale. Indiscutibile il finale, che con un doppio carpiato chiude genialmente una storia di esemplare cinismo. Non per soldi… ma per denaro, infine, è un titolo che The fortune cookie (originale) non avrebbe meritato: ma pazienza. 9/10.

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