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Killer Elite

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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La recensione su Killer Elite

di Dalton
8 stelle

Per i cinefili che andarono in visibilio con THE WILD BUNCH e BRING ME THE HEAD OF ALFREDO GARCIA fu una mezza delusione; allo stesso tempo, gli amanti dell'action-movie alla Bruckenheimer - o alla "Italia 1 action anni '80", in stile Michael Dudikoff - lo giudicarono troppo sofisticato. Siccome si prendeva i suoi tempi col crescendo narrativo, lo zio Sam suscitava il terrore dei produttori, che amano annichilire il pubblico a suon di pirotecnie sin dal 1° tempo. Come se non bastasse, forse per assumere il titolo di voce fuori dal coro - vista la sua condotta privata tutt'altro che conformista - ci regalava qua e là piccole pennellate reazionarie, viste con sospetto dagli intellettuali dell'epoca ...
Ma ridurci a sottostimare qualsiasi sua opera sarebbe un'ingiustizia sotto ogni versante. Peckinpah ha un gusto unico per la location, l'iconoclastia e il grottesco: non c'è suo collega o critico che possa negarlo. Ancora oggi i suoi ralenty restano ineguagliati.
KILLER ELITE è la risposta "filo-occidentale" a YAKUZA. Lì c'era Mitchum, qui c'è James Caan: malgrado le apparenze, possiamo esclamare "Fin qui tutto bene!". Magari il film di Pollack vince ai punti per introspezione affettiva ed elaborazione culturale; qui invece prende il sopravvento l'ironia e il pragmatismo: alcuni colpi di scena giostrati da Norman & Silliphant risultano più sorprendenti - o meno datati - rispetto a quelli creati nell'altro film da Paul Schrader (e non è poco).
Semmai può sembrare datato il ritmo dilatato del 1° tempo - legato ad una riabilitazione che un decennio dopo ispirerà THE KARATE KID - ma ciò non va a discapito della linearità dell'intreccio e le attese vengono ben ricompensate. I comprimari sono ottimi e tra essi c'è un sempre eccellente Duvall, assai meno funzionale di quanto si possa supporre.
Vale anche come punto d'ispirazione per YEAR OF THE DRAGON, BLACK RAIN, RISING SUN, LETHAL WEAPON 4 e, perchè no, GRAN TORINO.
Insomma, anche dargli del "Peckinpah minore" sarebbe lesa maestà.

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