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Licorice Pizza

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Licorice Pizza

di Antisistema
7 stelle

La pizza alla liquirizia combina due ingredienti che sono un vero e proprio ossimoro, come del resto sembrano esserlo il quindicenne liceale aspirante attore Gary Valentine (Cooper Hoffman) e la venticinquenne Alana Kane (Alana Haim), una spiantata ragazza, che per tirare a campare lavora come assistente di un fotografo di annuari scolastici, non proprio la professione della vita, per questo un matrimonio con un uomo ricco sarebbe la perfetta occasione per evadere da una realtà grama e da una famiglia ebrea iper-ortodossa nelle proprie convinzioni di fede; ma al di là della questione morale, verrebbe da chiedersi che futuro potrebbero avere assieme una maggiorenne ed un minorenne separati tra di loro da ben 10 anni di età, dove il secondo percepisce il tutto come eterno, mentre la prima comincia a voler avere dei punti fissi per costruire il proprio avvenire su basi solide.
Paul Thomas Anderson in Licorice Pizza (2021), basa la costruzione filmica sul tema del confronto adolescenti-adulti, scegliendo due attori non belli, le cui imperfezioni sono sbattute costantemente in primo piano (visi con l'acne, denti non diritti, corpi fuori forma etc...), mettendoli però al servizio di una trattazione schematica, financo banale nelle sue riflessioni conclusive sul rapporto tra i due separati da una notevole differenza di età, poichè la profondità dell'argomento gli rimane del tutto sconosciuta, preannunciando la cosa da una fotografia (curata da lui stesso anche stavolta assieme a Bauman) perennemente chiara, come lo è il sole della California, che da sempre illumina con i suoi potenti raggi la costa Ovest degli Stati Uniti, ma quella luce a senso unico mostra, ma non dimostra, consegnandoci un ritratto di inizio anni 70' conformista, colmo di riempitivi (alcuni dei quali non sense, come l'intervento della polizie nell'arresto di lui) e ben lontano dall'acutezza di analisi mostrataci dallo stesso regista in opere come Boogie Nights (1997) o la lisergia di Vizio di Forma (2014).
Verrebbe da chiedersi cosa si ricordi lo stesso cineasta di quel periodo storico da lui stesso vissuto, poichè sembra averne una visione più mitizzata che reale, cominciando dalla tanto decantata relazione tra Gary ed Alana, in cui i due giovani, che sono il centro e l'anima del film, risultano sempre in bilico tra un'amicizia dichiarata, che poi sfuma in tanti momento in un deciserio romantico lieve, ma mai portato a compimento; come quella mano di Gary sospesa ad un centimetro dal seno di lei, senza mai toccarlo, un'occasione mancata, dove i possibili intrecci, rimangono perennemente in sospeso, però l'immagine in controluce dei loro corpi sdraiati su un letto ad acqua trasparente, resta senz'altro l'intuizione registico-estetica più azzeccata dell'intera pellicola. Questo risulta un vero toccasana rispetto al rapporto tossico-malsano del precedente Il Filo Nascosto (2017), ma la componente liberatoria in Licorice Pizza in fin dei conti è inesistente, posta sullo stesso piano degli anni 70' citazionistico-cartolineschi, ma ben poco sentiti, scarsamente vissuti, troppo nostalgici quanto ben poco concreti, se per lo meno Anderson si mostra anti-moralista nello sguardo verso Alana, che vive un legame ambiguo con Gary (in verità è più quest'ultimo a provarci), nonostante la loro differenza d'età, il regista invece non riesce mai ad elevare lo sguardo all'intera società, facendo si che Licorice Pizza, da film intimista, scada sempre più velocemente in un'opera piccola, senza ambizione, senza meta, senza interesse, perchè anche i cambiamenti dell'inizio anni 70', sono introdotti sempre da fonti terze come può essere la TV per la crisi petrolifera o il flipper legalizzato tramite i discorsi del candidato sindaco Joel Wachs, facendo si che i personaggi siano protagonisti di un mutare dei tempi meccanico, ma non vissuto o per lo meno consciamente subito da loro stessi.

 

Alana Haim, Cooper Hoffman

Licorice Pizza (2021): Alana Haim, Cooper Hoffman

 

 Alana in forza della sua età ha uno sguardo necessariamente più adulto rispetto a quello superficiale e colmo di 1000 progetti di Gary, illuminante d'altronde la presa di coscienza sul futuro fallimento del business dei letti ad acqua da parte della ragazza appena ha saputo della crisi petrolifera, mentre il suo collega leggendo il giornale, era interessato a ben altre notizie.

Maggior forza quindi, la pellicola sembra averla, quando vuole porsi come film sullo sguardo tra i due protagonisti; la discesa folle con un camion senza benzina, è una bravata andata a buon fine per Gary ed i suoi coetanei, ma una costatazione amara per Alana seduta un su marciapiede su come sia sprecando il tempo in stupidaggini adolescenziali, che potrebbero costarle molto care, da qui la ricerca di un (ennesimo) impiego "adulto", tramite il volontariato nella campagna elettorale per il candidato a sindaco Joel Wachs (Benny Safdie), che potrebbe rappresentare la svolta a lunga cercata da parte di una ragazza, stufa di vivere progetti in divenire secondo la moda del momento (letti ad acqua, flipper etc...), cercando così di sistemare la propria vita.
Ogni volta che Alana entra in contatto con il mondo adulto però, finisce con l'uscirne sconfitta amaramente, poichè tutti la vedono come un mero sollazzo momentaneo, una bambolina alla quale dare una paccata sul sedere al massimo, per poi scrollarsela velocemente di dosso, come d'altronde fà il troppo caricaturale Jack Holden (Sean Penn), nel suo show in moto dimenticando la sua "Breezy", così velocemente come l'ha conosciuta; oppure il guru fidanzato della star Barbara Streisand, nella figura del sempre esagitato Jon Peters (Bradley Cooper), per poi finire con l'ipocrisia del candidato a sindaco, che è l'esatto contrario di quello che dichiara sui propri manifesti, ma invece argutamente ce lo mostra per la sua vera natura, lo specchio insistentemente inquadrato dal regista, posto dietro Alana al ristorante.

 

Sean Penn, Alana Haim

Licorice Pizza (2021): Sean Penn, Alana Haim


Tante citazioni, tanti riferimenti, anche esplicitamente evidenti come Taxi Driver di Scorsese (1976), ma alla fine Paul Thomas Anderson resta ad uno sguardo basico, come il rapporto tra Gary ed Alana, mai percepito come scandaloso dalla comunità in cui vivono e per lo meno dallo spettatore (colpa anche del look della ragazza, vicina più all'adolescenza che all'età adulta), mai estremo nel loro vivere gli anni 70', dove praticamente il sesso non esiste, le tette ci sono negate e le droghe pesanti i due personaggi non se le fanno mai, quindi verrebbe da sorridere quando molti sedicenti critici hanno parlato di cinema liberatorio, necessario, financo dalla struttura anarchica, trovando in tale scelta chissà quale inusitata profondità, quando invece di esserci tutto, in realtà pare non essere poi chissà quanto in questa narrazione ondivaga quanto episodica, sostenuta dagli onnipresenti piani sequenza inquadranti una vitalità oramai sempre più di maniera, in difficoltà a fare da collante unitario di segmenti che vagano per conto loro nel film, come una pallina da flipper impazzita, ma senza che da tale caos emerga la concreta confusione di una generazione alla quale non vengono dati strumenti adeguati per crescere, nè mete certe da raggiungere, perchè Anderson non capisce bene i giovani, d'altronde la sua indole qui purtroppo è più moralista borghese di quanto si pensi, poichè ben lontano dall'essere folle, provocatore ed anarchico, ben poco anti-sistema, dove la presunta libertà costruita nella progressione dell'incontro, sfuma ben presto nelle conclusioni in un imbarazzante capriccio favolistico buttato lì, persino affrettato e quindi ben poco credibile; ma d'altronde lo sbilanciamento narrativo lo si percepisce anche nei toni, tramite una non riuscita gestione della componente dell'umorismo grottesco, ben lontana dalle sue capacità, così come la presa in giro sulla parlata delle due donne giapponesi pare uscito da uno sketch deprimente razzista di Striscia la Notizia, più che una presa di posizione contro l'imperante quanto soffocante politicamente corretto.
Indubbiamente Licorice Pizza a tutt'oggi risulta essere il peggior film di Paul Thomas Anderson (mi mancano Sidney e Ubriaco d'amore però), discreto forse buonino certo, ma oramai il regista sembra essersi perso nel proprio delirio di onnipotenza egocentrica, complice anche i tanti peana criticii ogni nuova opera di un messia innalzato a salvatore del cinema contemporaneo, come se il tutta la settima arte moderna, si riducesse alla sua persona. Se gli si vuol trovare un merito di sicuro valore, questo sta nell'aver scelto due sconosciuti nei panni dei protagonisti (seppur "precedentemente raccomandati" dalle proprie professioni o ascendenze), come Alana Haim, fresca, vivace e imperfetta, seppur ecceda in espressività nelle fasi non attive della recitazione per mancanza di sicurezza personale, mentre Cooper Hoffman è ancora da inquadrare e valutare al meglio; ma tolto questo, in una rete fatta di critici conformisti, bisogna sedersi dalla parte del torto, perchè tutti gli altri posti erano occupati (Bertold Brecht).

 

Cooper Hoffman

Licorice Pizza (2021): Cooper Hoffman

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