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Killers of the Flower Moon

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Killers of the Flower Moon

di port cros
9 stelle

Tarantino ha annunciato che il prossimo decimo film sarà anche l'ultimo, preferendo lasciare al top della forma e preoccupato che col procedere degli anni la sua carriera possa inabissarsi in una parabola discendente. Nessun migliore smentita a questo timore di quella rappresentata dall'ottuagenario Martin Scorsese che, giunto al ventiseiesimo lungometraggio ed al sesto decennio di attività, non smette di produrre perle di qualità elevatissima. Stavolta si e ci fa pure il regalo di riunire i due attori feticcio della prima e della seconda parte della sua filmografia, rispettivamente Robert De Niro e Leonardo di Caprio, che tornano coprotagonisti trent'anni dopo Voglia di Ricominciare di Michael Caton-Jones. Speravo di vederlo allo scorso Festival di Cannes dove è stato presentato fuori concorso, ma le limitatissime proiezioni sono risultate inaccessibili....

 

Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

Killers of the Flower Moon (2023): Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

 

La nazione indiana degli Osage divenne improvvisamente ricchissima negli anni Venti del Novecento, con la scoperta di giacimenti di petrolio nei loro territori dell’Oklahoma. Tale bengodi attrae ben presto anche approfittatori spregiudicati come l'allevatore William Hale (Robert De Niro), che si presenta come amico e alleato dei nativi. Quando il suo stolido nipote Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio) torna dalla Prima Guerra Mondiale, diviene una pedina nel piano criminale ordito dallo zio: combinare matrimoni con ricche indiane, per poi eliminarle e appropriarsi della loro eredità fatta di redditizi diritti di sfruttamento dei giacimenti. Ernest quindi approccia Mollie (Lily Gladstone), se ne innamora sinceramente e la sposa, mentre le sorelle della donna vengono concupite da altri uomini bianchi. Si susseguono morti inspiegabili , strani incidenti e apparenti suicidi tra i membri della comunità Osage, senza che la polizia mostri soverchio zelo nell'indagare sui sospetti decessi.

 

Scorsese aggiunge alla sua opera un nuovo potente affresco sulla storia americana, raccontando lo sterminio di una comunità a partire da fatti realmente accaduti e rimossi per decenni dalla memoria collettiva. Il regista insieme a Eric Roth adattano infatti il saggio inchiesta di David Grann Gli assassini della Terra Rossa: Affari, petrolio, omicidi e la nascita dell'FBI. Una storia di frontiera , che aveva ricostruito le indagini su una serie di omicidi realmente avvenuti nella comunità Osage negli anni '20. Ma Scorsese, a differenza del testo di Grann che si concentra sulle indagini criminali della nascente FBI, vuole piuttosto condurre un'indagine sull'avidità e sulla crudeltà dell'uomo , in un contesto dove i sentimenti e la morale vengono calpestati dalla bieca cupidigia, e la fiducia tradita e calpestata in nome dell'arricchimento.

 

Leonardo DiCaprio, Robert De Niro

Killers of the Flower Moon (2023): Leonardo DiCaprio, Robert De Niro

 

Un Leonardo Di Caprio imbruttito da denti marci e ingoffito, incarna in Ernest Burkhart un personaggio debole e pusillanime, facilmente manipolabile da un Robert De Niro mefistofelico. Lo zio, che si fa chiamare addirittura “il re”, cinico e spietato dietro una bonarietà di facciata falsa e ipocrita come il suo sorriso mellifluo, muove il nipote come una pedina, del tutto indifferente ai sentimenti di Ernst nei confronti della moglie, lo umilia, persino lo sculaccia quando non esegue i piani come preferirebbe lui, che non si sporca le mani in prima persona con i delitti.

La terza protagonista del film è Lily Gladstone (Mollie Burkhart) che incarna la dignità di una donna tradita e ingannata, che cade vittima della trappola non per stupidità , ma perché animata da un sentimento d'amore sincero nei confronti del marito che le rende impossibile credere che egli si faccia manipolare ad agire contro di lei e la sua famiglia. Il diabete che la affligge al pari di molti altri Osage la rende vulnerabile e le quotidiane iniezioni di insulina sembrano un gesto d'amore di un compagno affettuoso.

Tra gli altri nomi forti del cast, Brandan Fraser, l'avvocato difensore di Hale, e Jesse Plemons, il detective del FBI tardivamente inviato a far luce su cosa stesse succedendo in quella comunità (il ruolo che nelle fasi iniziali del progetto sarebbe dovuto andare Di Caprio, in una versione che immagino sarebbe stata più corrispondente al libro, dove le indagini occupano una parte molto più consistente).

 

La durata fluviale di 3 ore e 26 non appesantisce e non annoia , anzi appare confacente alle necessità narrative di un'opera che scorre con il passo del cinema classico. A rendere la visione memorabile contribuiscono certamente la magnifica fotografia di Rodrigo Prieto (tante sequenze visivamente splendide, tra cui la danza degli indiani ricoperti da schizzi di petrolio, l'incendio della tenuta) e le musiche di Robbie Robertson, scomparso da poco, che coniugano le sonorità del blues con quelle della musica tradizionale indiana.

Il colpo di coda del Maestro è un sorprendente epilogo che ci narra l'amaro e ingiusto finale della vicenda degli omicidi degli Osage narrato attraverso un radiodramma anni 30, con speaker narratori, musicisti ed effetti sonori, dove per chiudere la narrazione si regala un cameo Scorsese stesso, che abbatte la quarta parete per spiegare quanto gli omicidi vennero ignorati e dimenticati negli anni successivi, neppure menzionati nel necrologio di Mollie Burkhart.

 

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