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La sconfitta di Trotsky

Regia di Marco Leto vedi scheda film

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La recensione su La sconfitta di Trotsky

di mm40
4 stelle

Ascesa e declino di Lev Trotsky, a capo dell'esercito nella Russia di inizio Novecento ed esiliato in seguito alla morte di Lenin, fino a riparare in Messico, dove troverà la morte nel 1940.

Dopo un intenso apprendistato come assistente tra gli altri di Franco Rossi, Monicelli e Vancini, Marco Leto esordisce con la sua prima regia nel 1967, 36enne, con questo lavoro televisivo. Si tratta di una docufiction ante litteram (una tipologia di film abbastanza comune per quel periodo, a ogni modo) che mescola riprese ad hoc che ricostruiscono episodi fondamentali della vita del protagonista a immagini d’archivio e didascalie parlate a commento del tutto. Leto è anche autore della sceneggiatura, con la consulenza storica di Gaetano Arfé e Isaac Deutcher; nel cast: Franco Parenti, Ennio Balbo, Andrea Checchi, Anna Maria Alegiani, Renzo Giovampietro, Enrico Osterman, Massimo Foschi, Luigi Casellato e Tino Schirinzi. Al di là dell’evidente impostazione ‘politica’ del lavoro – la critica al comunismo è pressoché nulla, insomma – La sconfitta di Trotsky è un’opera solida e ben coordinata, che lascia una serie di interessanti nozioni su un personaggio che ebbe un ruolo di primo piano nello scenario politico russo (e pertanto europeo) del primo Novecento e al contempo non troppo noto al vasto pubblico; pur trovandoci alla fine degli anni Sessanta ormai, il film è girato in bianco e nero, standard degli ‘sceneggiati’ targati Rai dell’epoca. Di seguito Leto girerà Incidente a Vichy (tratto da Arthur Miller) e La resa dei conti (sul processo di Verona), guadagnandosi la fama di regista (di sinistra e) dedito alla Storia più recente. 4,5/10.

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